Come riportato da La Repubblica, il presidente della Lazio si è convinto a presentare un progetto biancoceleste al Comune per rilevare l’impianto abbandonato dal 2011. Parcheggi, capienza e copertura: su questi tre campi si gioca la partita del Flaminio. Dal Campidoglio la giunta Gualtieri ha sempre ribadito di voler dare priorità alla Lazio, a patto però di vedere un progetto concreto su cui fare tutte le valutazioni del caso. Giudizi che, più che mai, devono fare i conti con i vincoli architettonici-paesaggistici che tutelano l’opera o realizzata da Pier Luigi e Antonio Nervi per le Olimpiadi del ‘60.

Paletti che per il Comune si possono superare. «Se Lotito vuole davvero fare lo stadio della Lazio lì, trova le porte aperte», dice Alessandro Onorato, assessore allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi. La capienza (attualmente è di 20 mila spettatori) si può aumentare con una struttura esterna, così da non intaccare il catino originale del Flaminio.

«Evocare la storia del nostro club anche con fatti concreti infrastrutturali è sempre una cosa importante — ha dichiarato Lotito è chiaro che però deve essere anche funzionale alle nostre esigenze. Oggi nelle partite, e speriamo si prosegua così, abbiamo una presenza importante. Avere 26 mila spettatori, che è la capienza del Flaminio, mi sembra riduttivo. Minimo 45 mila? No, 50 mila. Ho delegato un rappresentante istituzionale per occuparsi di questa situazione che si è mosso, ha iniziato a fare una serie di consultazioni. Stiamo valutando per capire quello che si può fare».

L’altra ipotesi per il Flaminio è quella da 80 milioni di Cassa Depositi e Prestiti con il Credito Sportivo. Oppure c’è il jolly del Campidoglio: chiedere fondi al Governo e ristrutturare l’impianto per poi gestirlo in modo autonomo.

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