A margine dell'evento Gran Galà "Vola Lazio Vola", per festeggiare i 40 anni dell'inno biancoceleste scritto da Toni Malco nel 1983, è intervenuto il Presidente della Lazio Claudio Lotito. Di seguito le sue dichiarazioni:

"Io quando sono diventato Presidente ho sposato subito questo inno, perché lo ritenevo un inno che incarnava i valori della Lazio, i colori biancocelesti e l'aquila. Purtroppo, in passato, dal punto di vista sportivo, abbiamo avuto dei tracolli. Oggi, con soddisfazione ed orgoglio, rivendico invece la certezza di un futuro roseo e stabilità. Mi sembra di capire che ora ci siamo tutti abituati, nonostante ci siano dei meccanismi normativi che implicano grande difficoltà alla loro applicazione, oggi la Lazio è un'entità riconosciuta a livello Nazionale ed Internazionale. Ha riacquistato un ruolo fondamentale, di peso nelle istituzioni sportive Nazionali e a livello Internazionali, siamo considerati una società molto affidabile. Questo lo dobbiamo soprattutto anche a voi, che avete sostenuto e continuate a sostenere la Lazio anche nei momenti di difficoltà. Io sono un gestore di sentimenti e passioni comuni, che rappresentano la storia corrispondente, ed ho l'obbligo di preservare, coltivare e soprattutto tramandare per il futuro, perché la Lazio è un patrimonio di tutti. Incarnare quei valori che rappresentano la storia del nostro club, anche nei momenti di difficoltà e, soprattutto, la nostra azione si deve distinguere: il risultato sportivo è fondamentale, rappresenta l'affermare in modo concreto il nostro percorso, ma quello che conta è come vengono raggiunti gli obiettivi. Noi li raggiungiamo mettendoci a disposizione della gente, delle persone meno fortunate, cercando di portare avanti nelle scuole ed ospedali il nostro valore, ovvero quello di essere laziali, un modo di vita e di essere completamente diverso. Noi siamo un popolo di persone riservate, che soffriamo in silenzio ma, quando c'è bisogno di essere presenti, all'improvviso usciamo fuori per testimoniare tutto il nostro affetto alla storia del nostro club. Si vince tutti insieme, il gioco del calcio è un gioco di squadra. Se tutti insieme lavoriamo per raggiungere gli obiettivi, arrivano, soprattutto se c'è una gestione all'insegna dell'interesse comune. Siamo sulla strada buona, la società gode di buona salute, ma ha anche infrastrutture e tutta una serie di organizzazioni che, contrariamente da tutto quello che viene diffuso dalla stampa, noi siamo un'entità forte, un punto di riferimento nei fatti e non nelle parole. Parliamo poco però cerchiamo di fare i fatti".

Poi, il Presidente Lotito, ha parlato anche del tema Stadio Flaminio: "Fa comodo a tante persone parlare del Flaminio, soprattutto ad alcuni rappresentanti di istituzioni, perché il Flaminio avete visto tutti in che condizioni si trova. Io questo problema lo ho sollevato quando c'era la Raggi, in occasione di una festa del calcio femminile. Evocare la storia del nostro club, anche con fatti concreti infrastrutturali, mi sembra una cosa importante. E' chiaro che però deve essere funzionale anche in base alle nostre esigenze. Oggi, durante le partite, speriamo di continuare così, abbiamo una presenza importante. Avere 26 mila spettatori come porta oggi il Flaminio, mi sembra riduttivo. Minimo 45 mila? No, anche 50 mila. Poi ci sono una serie di problemi, come quello dei parcheggi, su cui stiamo lavorando. Ho delegato un rappresentante istituzionale a seguire questa situazione, e si sta valutando per capire quello che si può fare in maniera effettiva. Abbiamo in testa un meccanismo che cerca di salvaguardare gli interessi primari, dello Stato, della sovrintendenza, senza andare ad intaccare l'impostazione architettonica che ha".

Poi ha continuato: "Io spero che mio figlio prosegua il mio lavoro, ora è il Direttore Generale del settore giovanile, segue anche il calcio femminile, la Primavera, in cui stiamo andando bene. Ci mette passione, determinazione. E' una leggenda metropolitano questa cosa che Lotito è romanista: io sono laziale da quando avevo 5 anni e lo dico con orgoglio, chi mi conosce sa che sono uno perseverante, non mi vendo per interessi. Se io fossi stato romanista, non ci avrei messo la passione e la determinazione messa. Noi spendiamo tante energie, risorse e, soprattutto, il sottoscritto rappresenta le volontà di tutti voi. Io non sono nessuno se non ci fosse un popolo che vive, trema e coltiva la passione per questa squadra. Ho l'obbligo di tutelare questo.

La Lazio quest'anno ha speso 101 milioni di giocatori, ha venduto Milinkovic a 40 milioni, 20 li ha presi e 20 li prenderà l'anno prossimo. Purtroppo il calcio non è più quello di una volta, romantico. La Lazio non gestisce più direttamente la biglietteria. Io posso soltanto dare delle indicazioni, ci sto mettendo una buona parola".

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