Ha deciso di restare in silenzio per l'intero ritiro perché avrebbe scatenato il caos, sbandierando il suo reale stato d'animo. E ancora c'è la speranza che possa succedere di tutto sino all'ultimo, sia pure in ritardo. Sarri è arrabbiato e preoccupato, talvolta spiazzato e spaesato, ma ha deciso di stringersi ancora una volta solo intorno al suo gruppo, che lo ha seguito per 17 giorni di intenso lavoro. La soddisfazione di Maurizio è sul campo, dove ha visto una squadra spremuta e applicata nei suoi dettami sino allo sfinimento. E uno di poche parole, il tecnico, ma alla fine si è sciolto dentro un cerchio: «Io un gruppo così non l'ho mai trovato. Resto per voi. Ve lo meritate perché mi avete dato tutto in questo ritiro». Il Comandante non abbandona la nave quando è in pericolo. Il capopopolo Sarri non vuole tradire nemmeno quei tifosi, che si affidano a lui per fare un salto definitivo. Bellissimo ieri il momento dell'arrivederci ad Auronzo nell'ultimo allenamento mattutino. Tutti si fermano con i presenti per firmare foto e scattare autografi, stavolta anche Maurizio. Mentre tutta la squadra fa rientro nello spogliatoio, l'allenatore resta e si lascia scappare persino un voto. I laziali gli urlano: «Mister, sei il nostro orgoglio. Almeno 2 rinforzi su 4, fatteli prendere da Lotito». Ecco la ferma risposta del tecnico: «No, no, li voglio tutti e 4. Forza Lazio».

DS E CLUB MANAGER - Chissà se stavolta riuscirà a farsi ascoltare dal patron. Da inizio luglio Sarri ripete i suoi nomi (specie Ricci, Zielinski e Berardi) invano. Sono ormai evidenti a tutti le divergenze sul mercato, soprattutto dopo le uscite pubbliche del numero uno - snervato dai no - sotto le Tre Cime di Lavaredo. Sceglie lui, ma Maurizio dev'essere contento. Ora va bene Castellanos, va bene Sow, ma serve un scatto vero sul mercato. Sarri ha fissato un faccia a faccia con Lotito a Formello. Ieri Maurizio è tornato insieme al figlio Nicolé dalla famiglia a Castelfranco. Ci sono variabili personali in mezzo all'appuntamento, ma il tecnico vuole un confronto col presidente in cui fissare tutta una serie di punti, ora non c'è più tempo. Non è soltanto un discorso legato ai rinforzi, c'è tanto altro. Manca ancora un ds ufficiale, non c'è un club manager, una figura di riferimento né di raccordo fra la società e il gruppo. Peruzzi era stato indicato, Radu invocato a furor di popolo. Vedremo. Il Messaggero/Alberto Abbate

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