Questa mattina il centrocampista e vicecapitano della Lazio Luis Alberto è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio. Queste le sue parole: "Sono qua da tanti anni, so come vanno le cose. A inizio stagione non eravamo al top, ho ritenuto dovessimo essere noi più esperti a parlare. Ogni anno è una stagione diversa, noi quest’anno abbiamo avuto tanti acquisti dall’estero e abbiamo avuto bisogno di tempo. La squadra è cresciuta tanto, ci sono state gare in cui non ci siamo stati. Ora si vede una squadra diversa, che ha iniziato a difendere come chiede il mister. Dobbiamo guardarci però un po’ dentro: è chiaro che ci sia bisogno di più gol da parte di tutti, dagli attaccanti alle mezzali. Le partite devono essere vinte. Siamo in fiducia, anche se arriva un calendario tosta senza sosta fino a marzo. Ma dobbiamo metterci in testa che dobbiamo difendere come nelle ultime gare provando a fare più gol per trovare i punti. Stiamo andando male dal punto di vista realizzativo ma siamo lì in classifica: tornando a segnare la Lazio tornerà in zona Europa"  "Era un tiro difficile, con quella direzione di solito tocca il palo ed entra, ma questa volta non è stata così. È un peccato, non era una partita normale ma un derby. E quel gol avrebbe cambiato la gara. Non si può fare sempre lo stesso gioco. Bisogna anche attaccare la profondità e non andare sempre sull’uno contro uno per creare più difficoltà alla squadra avversaria. Ci sta mancando un po’ quel movimento anche a noi mezzali, anche il mister ce lo sta dicendo. Nel momento in cui Ciro tornerà al 100% ci darà tutto quello che ci ha dato in questi anni, mentre Zaccagni deve impararlo al meglio perché sa che con quel movimento può far molto male agli avversari. Il nostro gioco in queste ultime due o tre gare è stato anche un po’ penalizzato, perché il campo fa un po’ schifo, è stato difficile dal punto di visto tecnico: il pallone rimbalzava troppo, come fosse pallavolo e non calcio. Però per esempio contro il Sassuolo l’abbiamo vinta con la pressione alta. Tutti i giocatori possono giocare insieme. In Italia c’è molta più tattica e forse rispetto all’Europa fa differenza. Ma lui è molto intelligente, mi piace: attacca lo spazio, ha buona tecnica. Ma alcuni giocatori hanno bisogno di tempo e altri si adattano prima, come per esempio Guendouzi. Abbiamo preso giocatori forti, come anche Rovella che ha grande personalità".

"Non mi ha pagato una cena Ciro per tutti gli assist. Sto attendendo. Stiamo in un momento che per noi è fondamentale ogni partita, per mettere apposto la classifica di Serie A e se possibile un risultato favorevole con l'Atletico Madrid per gli ottavi di Champions. Io ho corso di più al derby? Quando mi guardano, la corsa mia è strana. Sembra che non corro, poi sono il primo. Alla fine sono un giocatore che si vede di più palla al piede, ma non si vede quello che faccio difensivamente. Però devo fare il mio lavoro ed essere più pulito con la palla e lavorare per la squadra. Talento? Non si allena. Puoi allenare le abilità, tutto, ma chi nasce con talento è diverso da altri. Ora ci sono ragazzi che giocano da soli per strada, non c'è bisogno solo di ragazzi che vanno in accademia e tornano a casa a giocare. Serve il talento della strada, quello che c'era prima. La gente si sta annoiando, ma anche noi. E' più difficile vedere giocatori di talento come Del Piero, Iniesta, Zidane. Il calcio ora è un po' noioso. La mente si può allenare. E' la cosa più importante che va fatta da subito, da piccolo. Bisogna lavorarci subito sull'aspetto mentale perché cresci tanti. Quando avevo 20 anni pensavo di essere un fenomeno, ma non lo ero. Al Liverpool non giocavo mai. E' importante anche lavorare con la prima squadra. 

Io rimango spesso a casa con i miei figli, perché non si divertono fuori. Soprattutto Luca, inizia a incazzarsi subito. L'altro giorno però ci siamo fatti una passeggiata per Roma. Mia figlia ha un dono per gli sport, meno che per il calcio. Ora gioca con me e con la mamma a golf. Anche tennis, vuole fare tutto. Balla, canta. Lei è bravissima e Luca dice di voler essere ingegnere. Patric? Veramente ha fatto un ca,bio negli ultimi due anni pazzesco. Lo conosco da tanti anni, avevamo giocato anche a Barcellona. Ha quella qualità tecnica spagnola che lo aiuta molto, e negli ultimi anni lavora tanto anche a a casa e a livello mentale, quello che mancava. Sono contento per lui e per la sua splendida famiglia".

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