Il nuovo presidente dell'AIA, eletto lo scorso sabato, Antonio Zappi è intervenuto ai microfoni di Rai Radio Sound nella trasmissione Radio Anch'io Sport. Zappi si è espresso sulla questione del VAR a chiamata, una nuova sperimentazione introdotta dalla FIFA e applicato per la prima volta in occasione dei prossimi Mondiali U20 femminili che si terranno in Colombia. Di seguito le parole del nuovo presidente dell'AIA.
Che tipo di organizzazione hai in mente per i prossimi anni?
Sabato abbiamo ottenuto un grande consenso sulla nostra proposta evolutiva, vogliamo andare in una direzione di rafforzamento e centralità delle eccellenze tecniche. Vorremmo svincolare le interferenze politiche che negli ultimi tempi ci hanno creato dei problemi interni. È mia intenzione nel giro di pochissimo tempo di istituire una direzione tecnica che superi le problematiche che hanno afflitto la classe arbitrale negli ultimi tempi. A me piacerebbe avere una classe arbitrale qualitativamente e quantitativamente migliore.
Sul VAR a chiamata
Con la premessa d'obbligo che gli arbitri applichino le regole che vengono definite nei contesti opportuni. Dal mio punto di vista il Var a Chiamata credo che possa affermare un criterio di giustizia sostanziale. A me piacerebbe un sistema in cui chi esce dal campo abbia la certezza e la consapevolezza assoluta che la decisione assunta sul terreno di gioco sia quella giusta. A me piacerebbe un'evoluzione che vada proprio in questa direzione. Per ciò che riguarda invece l'ascolto dell'audio all'interno della sala Var, mi piacerebbe che il calcio seguisse anche un po' l'esempio del rugby, ossia la possibilità degli arbitri di spiegare a tutti ed evitare di creare qualsiasi retropensiero sulla procedura alla quale i nostri ragazzi arrivano alle decisioni. Mi piacerebbe che tutto il mondo percepisse questo livello di eccellenza tecnica.
