Il Messaggero | Lazio, c'è Immobile per un sogno da Champions
Il re è tornato, non ci sta ad essere spodestato. Immobile scalpita, mostra di nuovo i muscoli in allenamento, vuole riprendersi subito il trono in attacco. Sarri non ha cambiato le "gerarchie, se lo coccola in pubblico e in privato, anche ieri ci ha parlato: «Ma lo faccio tutti i giorni e non m'interessa altro di ciò che ha detto. Non ha ancora i 90' sulle gambe, tutti devono segnare, ma ci servono i suoi gol». Se Ciro stasera ritrovasse il vecchio fiuto, raggiungerebbe Mihajlovic a quota 6 sul terzo gradino biancoceleste in Champions. È fermo a 5 reti (insieme a Pandev e Crespo), 4 le ha trovate all'Olimpico. L'unica in trasferta risale al rigore (guadagnato da Milinkovic) trasformato il 2 dicembre 2020 per l'1-1 sul campo del suo ex Borussia Dortmund. E allora quale migliore serata (ore 18.45) per mostrare a tutti che Immobile è vivo e vuole lasciarsi alle spalle l'inferno degli infortuni, le critiche e persino il suo ultimo sfogo.
Quasi 12 mesi fa, il 3 novembre, il capitano era assente al De Kuip, la Lazio si divorò almeno due clamorose palle gol. L'1-0 del Feyenoord costò l'eliminazione in Europa League, Sarri era furioso col pubblico che gli aveva lanciato di tutto e in questa settimana lo ha ricordato più volte a Formello: «Meglio che mi offendano, piuttosto di tirarmi le buste di pipì addosso. Dovremo entrare con la faccia tosta, sappiamo cosa ci aspetta in questo stadio - spiega il tecnico - e contro una squadra che, nelle ultime 10 gare, ne ha persa solo una immeritatamente contro l'Atletico. È ancora più forte dell'anno scorso».
LE SCELTE MIGLIORI - Il turnover sarà dunque limitato. Avanti con i big, con tutta l'artiglieria più pesante in campo: «L'esperienza qui non basta come con altre formazioni top, altrimenti su tre volte si potrebbe andare anche vincere a Barcellona. Questa è un'altra partita, importante, non decisiva, ma il passato non conta. I requisiti per avere la meglio sono sofferenza collettiva - sottolinea Sarri - e cattiveria a livello mentale. Abbiamo ritrovato una buona continuità, a Reggio Emilia tanti hanno dimostrato di essere pronti e di avere una personalità feroce per non soffrire l'approccio. I cambi sono stati decisivi e ancora lo saranno». In estate l'organico è stato rinforzato per questo, X e Y stanno risalendo pian piano l'alfabeto di Mau, che lancia un messaggio per ritrovare il veleno di Castellanos o Guendouzi anche nel secondo tempo. In realtà, l'allenatore ha ancora molti dubbi, non ha deciso ogni scacco, ma in avanti dovrebbe confermare Felipe e Zaccagni alle spalle di Ciro. A centrocampo Rovella può conservare la regia, nonostante il rientro del mastino Vecino e la conferma scontata dell'ormai imprescindibile Luis Alberto. Dietro Casale-Patric sembra l'unico ballottaggio concreto.
RITARDO E ANTICIPO - Come contro il Sassuolo, la difesa deve tornare ad essere un valore aggiunto. Anche perché non ci sarà il tifo stavolta a proteggere la Lazio: «Non capisco perché si paghino le forze dell'ordine per mantenerlo. Le pene collettive e vietare una trasferta a una famiglia non hanno senso. Ognuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, per chi sbaglia c'è il Daspo», chiosa il tecnico a muso duro, già irritato per la bomba d'acqua nella Capitale, che ritarda la conferenza di due ore com'era successo a Glasgow. Visto il risultato col Celtic, magari è un buon segno. Stasera infatti la Lazio parte in anticipo: otto partite senza ko nel girone Champions sono già un record, una vittoria farebbe balzare i biancocelesti a quota 7 punti e potrebbe bastare per blindare la qualificazione anzitempo. Con il ritorno al gol di Immobile sarebbe un tripudio del passato nel futuro. Il Messaggero/Alberto Abbate