Obiettivo: rialzarsi. È quello che deve fare la Lazio a partire dalla prossima gara di campionato. Reduce dal brutto k.o. in casa dell’Atalanta, i biancocelesti saranno impegnati nuovamente in trasferta nella giornata di domani. La squadra di Sarri, nel turno numero 24 di Serie A, affronterà il Cagliari all’Unipol Domus. Anche per i rossoblù di Claudio Ranieri non è un buon momento, reduce da tre sconfitte consecutive, ultima quella per 4-0 all’Olimpico contro la Roma. Da una parte il Cagliari in piena lotta salvezza, mentre dall’altra c’è la Lazio, in corsa per il quarto posto che dista attualmente 5 punti. In vista del match che si giocherà in Sardegna alle ore 15:00, la redazione di LazioPress.it ha intervista, in esclusiva, l’ex attaccante rossoblù Robert Acquafresca. Oltre a quella del Cagliari, in Italia l’ex attaccante ha vestito anche le maglie di Atalanta, Genoa e Bologna.

La Lazio è in un momento difficile, sia a livello di risultati che di prestazioni. Contro l’Atalanta è mancata la prestazione da parte dei biancocelesti. Come si spiega questi “blackout” che sta avendo la squadra di Sarri, qual è il problema?

“Dire quale sia il problema è veramente difficile. Sono stato giocatore, spesso ci chiedevamo anche noi quali fossero le cose che non andavano, perché quando ti alleni forte e in maniera seria ma i risultati non arrivano, tutti vorremmo avere la bacchetta magica. Rimane solamente il lavoro e la quotidianità. Confido molto in Sarri, è un grande allenatore che insegna calcio. Momenti difficili capitano a tutti, bisogna essere bravi a rimanere uniti e continuare a remare tutti dalla stessa parte”.

Rispetto alla passata stagione, uno dei problemi principali della Lazio è la poca pericolosità in zona offensiva, con pochi gol realizzati ma anche poche conclusioni verso la porta. Da ex attaccante, come si spiega questa situazione?

“Questo è un problema di quest’anno. Quando si ferma Immobile va in crisi un po’ tutto il reparto, c’è comunque Castellanos che è all’altezza. Ciro non è eterno, forse bisognerà iniziare a pensare al dopo Immobile.

Immobile, per caratteristiche, non è un centravanti che si crea la situazione da solo, anche io ero così, sono stato un finalizzatore e Ciro è un grandissimo finalizzatore. Bisogna solo ritrovare quella scintilla che ha portato la Lazio a creare tanto e fare delle partite memorabili, con due esterni come Zaccagni e Felipe Anderson fortissimi, magari anche un Luis Alberto più in forma. Sicuramente si sente la mancanza di Milinkovic-Savic, con la sua tecnica abbinata alla fisicità. Sono sicuro che la Lazio la ritroverà, speriamo da dopo Cagliari (ride, ndr.)”.

Dopo la bella vittoria contro il Bologna, per il Cagliari sono arrivate tre sconfitte consecutive. I rossoblù alternano momenti positivi ad altri negativi. Che squadra ha visto fin qui, cosa si aspetta dalla squadra di Ranieri in questa seconda parte di stagione?

“Penso sia abbastanza facile decifrare il percorso del Cagliari: è partito in maniera negativa, poi dopo si è rimesso molto bene in carreggiata, andando a vincere contro il Bologna in maniera anche inaspettata. Manca sicuramente qualche punto fuori casa, a differenza di un percorso in casa molto buono per una squadra che si deve salvare. Peccato per queste ultime tre partite, si era messa bene pensando di aver messo la testa fuori dalla zona pericolosa, invece le ultime gare ci hanno riportato con i piedi per terra. Manca anche qualche partita “brutta” da portare a casa. Adesso non c’è più tempo, c’è bisogno veramente di punti. So che c’è una Lazio in difficoltà, lo è anche il Cagliari, ma in casa la squadra rossoblù deve ambire ai tre punti”.

Dal calciomercato di gennaio sono arrivati due innesti importanti in casa Cagliari. Soffermandoci su Mina, può essere l’acquisto giusto per sistemare la difesa rossoblù?

“Questa cosa la dirà solo il tempo. È chiaro che stiamo parlando di un giocatore che ha avuto trascorsi importanti, come Barcellona ed Everton. Sicuramente ha esperienza, lo spero. Ma confido in tutta la retroguardia del Cagliari, c’è un giocatore come Dossena che è diventato un elemento importante dopo la Serie B, ci sono altri due difensori che giocano nelle proprie Nazionali, quindi è abbastanza strana questa cosa. Ci si deve abituare ad un nuovo campionato, molto diverso e difficile da quello in cui giocavano”.

Domani andrà in scena proprio Cagliari-Lazio: che partita sarà, cosa ci dobbiamo aspettare dalla sfida dell’Unipol Domus?

“Partita molto particolare. Mi aspetto un Cagliari diverso da quello visto in casa contro il Torino, che ambisca subito ai tre punti. È una squadra che si deve salvare, non può avere meno motivazioni della Lazio. La squadra di Sarri invece è difficile da decifrare, perché ha alternato spesso partite stupende a delle gare troppo anonime per i giocatori che ha”.

Lazio che, nonostante il momento di difficoltà, è ancora attaccata al treno Europa. Per il quarto posto ci sono tante squadre in pochi punti. Quali squadre vede più attrezzate per centrare l’obiettivo Champions? Come vede la Lazio in questa corsa?

“Rispetto alle altre, se la Lazio non ottiene una continuità di risultati, la vedo un po’ più indietro. Vedo l’Atalanta superiore, anche vista la vittoria netta nella scorsa partita. I biancocelesti dovranno avere una continuità in termini di risultati”.

Il Cagliari invece è in piena lotta salvezza. Anche lì ci sono diverse squadre in pochi punti che lotteranno fino alla fine: la squadra di Ranieri riuscirà a salvarsi?

“Mi auguro che il Cagliari esca velocemente dalle sabbie mobili. Più che altro vedo diverse squadre, non mi aspettavo un Sassuolo così in difficoltà, ma è normale quando cambi tanto. Mi dispiace perché ho un amico fraterno come Andrea Consigli, gli auguro di venirne fuori presto anche a lui. Bene o male, in questo periodo, tutte iniziano a correre. Mi auguro che il Cagliari corra più forte degli altri”.

Poco più di due settimane fa se n’è andato Gigi Riva, l’uomo che più di tutti ha scritto la storia del Cagliari ma anche della Nazionale. Cosa si prova, da attaccante, ad aver indossato la maglia rossoblù come uno dei centravanti più forti di tutti i tempi? Qual è il suo ricordo?

“Lo incontrai nel ristorante dove era solito andare a mangiare, era una sorta di appuntamento, se volevi vedere Gigi Riva dovevi andare lì, era come una statua, un monumento vivente. Quando arrivi a Cagliari, soprattutto noi giocatori del reparto avanzato, viviamo con la sua ombra bella grande. È inarrivabile. È bello tutt’ora sentire ancora le leggende, tutte le cose che si dicevano di lui. Stiamo parlando forse dell’attaccante italiano più forte che c’è stato”.

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