indice liquidità

Quante volte i tifosi della Lazio hanno sentito dire che non si poteva investire sul calciomercato a causa di problemi legati all’indice di liquidità, senza mai comprendere appieno il meccanismo? 

Durante la puntata di Football Crazy, la trasmissione televisiva in onda tutti i martedì dalle 21:00 alle 22:30 sul canale T9 (ch. 17 del digitale terrestre), Giuseppe Vasapollo, dottore commercialista romano e laziale, ha spiegato in parole semplici come funziona.

Ecco la sua Spiegazione:
L’indice di liquidità è uno degli indicatori di sostenibilità economico-finanziaria richiesti dalla FIGC per le società di Serie A.

Indice di liquidità: cos’è e come funziona

Questo indice valuta la capacità di una società calcistica di far fronte ai propri obblighi finanziari nel breve termine (12 mesi), garantendo una gestione responsabile e sostenibile.

In pratica, l'indice di liquidità misura il rapporto tra attività correnti (cioè denaro, beni e crediti a breve termine) e passività correnti (debiti esigibili entro 12 mesi).

Perché l’indice di liquidità incide sul mercato della Lazio

Le date chiave per la FIGC sono il 31 marzo e il 30 settembre. Di conseguenza, i club devono, due volte l’anno, presentare questi indicatori (controllati e certificati da una società di revisione): intorno a maggio/giugno, quelli relativi ai dati di bilancio del 31 marzo, che riguardano il mercato estivo; e intorno a novembre/dicembre, quelli relativi ai dati di bilancio del 30 settembre, che si riferiscono al mercato invernale.

Composizione dell’indice di liquidità

Attività Correnti:

  • Disponibilità liquide: denaro in cassa o in banca.
  • Crediti esigibili entro 12 mesi: ad esempio, crediti verso altri club per giocatori ceduti, da incassare magari a rate (limitatamente alle rate che scadono nei successivi 12 mesi). Includono anche crediti verso sponsor e ogni altra somma attesa nell’arco dei 12 mesi.

Passività Correnti:

  • Debiti verso fornitori: affitti dello stadio, utenze, fatture ricevute e non ancora pagate, e rate dovute per l'acquisto di giocatori (sempre limitatamente alla quota esigibile nei successivi 12 mesi).
  • Retribuzioni del personale: include gli stipendi già maturati ma non ancora liquidati (es. lo stipendio di febbraio, maturato entro il 28 febbraio, è considerato un debito esigibile al 31 marzo se ancora non è stato pagato, mentre quello di aprile è escluso).
  • Altri impegni finanziari con scadenza entro l’anno: come le rate di finanziamenti o le rate fiscali dovute entro i 12 mesi successivi.

Non vengono considerate le voci che eccedono i 12 mesi, come le rate fiscali delle annualità successive o i crediti e i debiti legati a giocatori comprati e venduti con scadenze oltre il termine.

Calcolo dell’indice di liquidità

La formula per il calcolo è la seguente:

Indice di Liquidità = Attività Correnti / Passività Correnti

Un valore superiore a 1 indica che la società dispone di risorse sufficienti a coprire le esigenze finanziarie dei successivi 12 mesi. ⁠Tuttavia, per i club calcistici, un rapporto di questo tipo è virtualmente utopico. Attualmente, la FIGC richiede un valore minimo di 0,7, che salirà a 0,8 dalla prossima stagione.

Ad esempio, se una società ha 100 euro di attività correnti a bilancio, i debiti esigibili entro i 12 mesi non dovrebbero superare i 142,84 euro (poiché 100 / 142,84 = 0,7).

Implicazioni della norma

L’obiettivo principale di questa normativa è prevenire situazioni di insolvenza a fine campionato, salvaguardando i diritti di calciatori, dipendenti, club coinvolti in operazioni di player trading e fornitori. Tuttavia, questo sistema ha creato un effetto collaterale: molti club, per evitare sanzioni, si sono trovati costretti a mutualizzare il debito a breve termine con le banche. Questo ha portato, negli anni successivi, a un accumulo di debiti a breve trasformati in debiti a lungo termine, generando un effetto cumulativo sul bilancio.

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