ESCLUSIVA| Bologna-Lazio, il doppio ex Belleri: “Ho visto il derby, sono rimasto colpito. Voglio bene a Sinisa, ma mi auguro vinca la Lazio”
Manuel Belleri, doppio ex della sfida tra Bologna e Lazio, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it. L’ex calciatore attualmente si trova a Tokyo, dove ricopre il ruolo di direttore tecnico di una scuola calcio del Milan, insegna calcio a bambini e adolescenti e dà lezioni anche a calciatori in attività.
Nonostante la lontananza e il fuso orario riesci a seguire il campionato italiano?
Sì, abbiamo 7 ore di fuso orario, quindi le partite riesco a seguirle quasi tutte. Di quelle che non riesco a seguire per via dell’orario recupero gli highlights la mattina seguente.
Saprai, quindi, che la Lazio ha appena vinto il derby.
Non è che lo so, l’ho vista. Qui era l’1 di notte e ho visto praticamente tutta la partita.
Come ti è sembrata la Lazio di Sarri?
Secondo me ha fatto una buonissima partita, ne avevo già vista qualcuna in precedenza e già avevo visto alcune situazioni di Sarri che secondo me sono molto esplicite. Nel derby ho visto una buonissima squadra, c’è stato un momento in cui ha fatto un fraseggio, secondo me, pazzesco in uscita di palla. Mi è piaciuta veramente tanto e credo, e spero, sia stata la partita della svolta per poter iniziare quel ciclo positivo di situazioni che si possono creare con il modulo di Sarri. Ho visto sinceramente una buonissima Lazio. Sono veramente colpito e fa molto piacere.
Non hai mai giocato un derby direttamente, però ne hai vissuti diversi in panchina.
Già, sono stato in panchina per tre volte, ma non sono mai potuto entrare attivamente in quella che era la partita. Ho vissuto l’atmosfera prima del derby quando c’era Paolo Di Canio, nei due anni in cui sono stato lì, ed è stato stupendo, qualcosa di eccezionale. Anche se sono lontano, riesco a capire le emozioni dei giocatori.
Eri arrivato nei primissimi anni di gestione Lotito, dopo tutti questi anni, il Presidente è ancora lui. Che te ne pare del suo lavoro svolto finora?
I fatti sono lì da vedere. Avrebbe potuto fare di più come avrebbe potuto fare di meno. Ha creato una Lazio, secondo me, competitiva, con giocatori importanti. Ha un credo molto particolare, ha dato un’identità a quella che è la società perché quando l’aveva presa era una società indebitata e con grandi situazioni di crisi. Credo che abbia fatto un buonissimo lavoro, ma essendo a Roma ed essendo la Lazio a volte ci si aspetta magari qualcosa di più, qualche colpo in più, però alla fine ha preso sempre calciatori funzionali al progetto. Ha ottenuto grandi risultati avendo un bilancio a posto, che non è poco al giorno d’oggi: altre squadre di Serie A sono in situazioni critiche, anche per le difficoltà dovute al Covid-19. Il lavoro, quindi, è stato per me ottimo.
A Bologna hai passato poco tempo, ma hai contribuito alla salvezza nel 2009. Adesso sono un po’ di anni che i rossoblù si piazzano a metà classifica, ma attualmente sembrano in difficoltà. Cosa ti aspetti da questo match?
A Bologna sono stato in prestito 6 mesi e l’allenatore era l’attuale allenatore del Bologna, Mihajlovic, esonerato qualche mese dopo. E’ una squadra che in questo momento ha qualche difficoltà… ho visto che si è dimesso Sabatini, il direttore che c’era alla Lazio. Nelle ultime partite ha subito tantissimi gol, è un momento particolare. Credo che loro abbiano il coltello fra i denti perché devono assolutamente uscire da questa situazione e trovare un equilibrio anche di squadra. Nel frattempo, penso che la Lazio abbia questa carica dovuta alla vittoria del derby e soprattutto abbia quella sicurezza in più nel gioco: credo che abbia delle basi molto solide per poter far bene e un’ottima partita, approfittando del Bologna in difficoltà in questo momento.
Come pensi che finirà?
Voglio bene a Sinisa perché è stato il mio allenatore quando sono stato lì, ma alla Lazio ho vissuto momenti straordinari. Mi auguro che la Lazio possa fare i tre punti, a livello di organico non c’è partita, però il campo è un’altra cosa. Se la Lazio è concentrata e non si fa trascinare dal troppo entusiasmo, quindi entra in campo con umiltà, non c'è partita per quelle che sono le rose delle due squadre.