È tornato, è cambiato e non è ancora tutto. Stavolta Felipe 2.0 può davvero essere il valore aggiunto. Immobile è già un cecchino del gol, Pedro il signor 24 titoli nel curriculum, il brasiliano un fenomeno mai definitivamente sbocciato. Questo può davvero essere il momento giusto per lui e per la Lazio. A 28 anni è più adulto, più consapevole del suo talento. Anche se per Sarri non lo ha ancora scoperto del tutto: «Uno potenzialmente così forte, io non l'ho mai visto»>. Il derby lo ha confermato al resto del mondo. Riecco il vecchio Anderson, quello che trascinò Pioli ai playoff  Champions, ma c'è pure una nuova sapienza tattica e un altro fuoco nel suo sguardo. Aveva iniziato il campionato timido, si è tolto la ruggine col Torino e domenica è esploso. Si vedeva già da qualche gara la sua condizione in crescendo, non era un abbaglio. Con la Roma finalmente costante, sempre sul pezzo, fumante sino al novantesimo: Felipe non sbaglia mezzo passaggio né un'accelerazione, con ogni guizzo disorienta l'avversario. Quando è cosi motivato, il brasiliano diventa immarcabile, se non viene raddoppiato.

IL RETROSCENA - Una volta gli si rimproverava la scarsa personalità. Felipe veniva schiacciato dalla pressione o dalla concorrenza, si deprimeva. Il volo all'indietro di tre anni può aver cancellato questa brutta pecca. L'indizio in un retroscena: «Ha mantenuto la promessa»>, ripeteva Lotito a fine derby, nella pancia dell'Olimpico biancoceleste in festa. Il presidente il giorno prima era a Formello e aveva assistito all'ultima rifinitura. Non aveva avuto il tempo di parlare a tutta la squadra, ma aveva fermato proprio il brasiliano a fine seduta. Lo aveva caricato di stima e responsabilità: «Felipetto mio, tu mi devi ripagare perché io su di te ho puntato tanto e ho la massima fiducia. Il regalo più grande che tu possa farmi, è un gol nella stracittadina». Parola mantenuta: Felipe corre sulla Roma, sgomma su Vina, sforna assist e segna.

L'AFFARE - L'azione del primo centro è il calcio, un'azione da playstation. Lotito salta dalla sedia dopo nemmeno un quarto d'ora allo stadio. Cross da urlo del suo figlioccio, da cui si era separato soltanto perché Inzaghi lo aveva tagliato: «Io non volevo cederlo, per me è un secondo figlio»>, ci aveva confidato il presidente già al momento del suo ritorno a luglio. A Londra e al Porto si era perso, Sarri lo ha ritrovato: si era innamorato di Anderson ai tempi del Napoli, scommette ancora nel suo genio. Per la Lazio può essere un affare doppio, a costo zero: a bilancio per 3 milioni che compensano gli ultimi 3 dei 34 dovuti ancora dal West Ham dal 2018. Prima Felipe tornava a Roma so lo per divertirsi in cucina in un ristorante a due passi dal Colosseo, adesso si è ripreso casa e la maglia numero 7 per consacrarsi come campione assoluto. L'unica regola del viaggio è non tornare come sei partito, ma diverso. E Sarri lo ha già incattivito. Il Messaggero/Alberto Abbate

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
UEFA, dopo l'annuncio di ieri sulla Superlega chiesta la ricusazione del giudice del Tribunale di Madrid: il comunicato