Fraioli
Fraioli

Ai microfoni di Tag24 è intervento l’ex biancoceleste Guglielmo Stendardo che ha commentato così il momento complicato che si sta vivendo in casa Lazio dall’addio nella giornata di ieri da parte di Sarri:

Sulle dimissioni di Sarri: 

“No, non me le aspettavo queste dimissioni. Sicuramente i risultati non sono dei migliori per la Lazio, specie se li paragoniamo alla scorsa stagione. Pensavo che sarebbe arrivata una scossa, ma non le sue dimissioni. Penso che il mister abbia fatto un ottimo lavoro. Ha riportato la Lazio in Champions e questo non va dimenticato. L’ho seguito anche in passato e per me resta un tecnico molto bravo sul campo. Ha dato un’identità precisa alla squadra. Evidentemente si è rotto qualcosa. Faccio l’allenatore da tre anni e vi dico che è il mestiere più difficile. Un lavoro che ti dà tante soddisfazioni, ma ci sono equilibri sottili. I risultati fanno la differenza e detrrminano l’umore del gruppo, della squadra e della piazza. Soprattutto in una città come Roma”.

Sui problemi stagionali:

“Dall’esterno è difficile dare giudizi, dovremmo conoscere cosa accade all’interno dello spogliatoio e poter vivere l’umore del gruppo, per arrivare a tirare le conclusioni. La squadra non si è espressa sempre male quest’anno, anzi, a tratti ha fatto un gioco bellissimo. Un mese fa ha battuto il Bayern Monaco, ma si fa presto a dimenticare le cose positive, ricordando solo quelle negative. Quel che è cambiato sicuramente riguarda la fase difensiva. La Lazio, rispetto a un anno fa, prende tantissimi gol e non ha più la stessa determinazione e lo stesso furore agonistico. E’ nella fase di non possesso che va ricercata la causa”.

Sulla poca serenità in campo:

“Quando non sei sereno e tranquillo e i risultati non vengono e si combinano anche questi errori, vedi Provedel con l’Udinese. Un allenatore che va via, che si dimette, evidentemente ha realizzato che c’è un problema. Anche perchè la società non aveva sondato il campo per un altro mister. Va detto però che non è Sarri l’unico colpevole. Se i risultati non arrivano la responsabilità va ricercata in tutte le componenti. Il mister è il principale responsabile perchè è colui che gestisce, che deve preparare le partite e deve rendere il gruppo coeso. Poi però c’è anche la società, che fa delle scelte e ci sono i direttori sportivi e i calciatori. Ribadisco che se la Lazio non ottiene i risultati, le responsabilità sono di tutti, ma il mister è l’unico che paga. Un uomo solo al comando”.

Sulla scelta di Martusciello di rimanere

“Questo sinceramente non lo so. Quel che vedo è che negli ultimi anni questo club ha fatto cose straordinarie. Ha i conti in ordine, è sostenibile come poche in Italia, ed è ambiziosa. Dal punto di vista tecnico, un anno fa la squadra è arrivata in Champions. Quest’anno ha fatto bene in Europa e meno bene in campionato. Ora però non dobbiamo guardare e pensare che sia tutto negativo. Sicuramente quello che diceva Sarri una settimana fa lo condivido. E’ finito un ciclo e ci sono dei giocatori che sono arrivati alla fine. Va rinnovata la squadra e ristrutturata la rosa. Ora il direttore sportivo e e la società dovranno fare il massimo per il presente e per il futuro”.

Sulla reazione che deve avere la squadra già da Frosinone:

“Assolutamente. Ora la squadra deve fare più punti possibili nelle 10 gare che restano e puntare a fare bene anche in Coppa contro la Juventus e nel derby. Non è tutto da buttare, ci sono ancora degli obiettivi da raggiungere. Penso che nel gruppo ci sono giocatori che sono innanzitutto degli uomini. Gli uomini si vedono soprattutto nei momenti delicati, in quelli di difficoltà e ora si devono prendere la responsabilità. Devono dimostrare chi ha quel senso di appartenenza che a parole tutti sbandierano”.

Da chi te lo aspetti?

“Dai senatori di questa squadra. Penso a Romagnoli, Provedel, Immobile, Luis Alberto e Cataldi, ma anche a Vecino e Felipe Anderson. La Lazio ha una squadra di giocatori forti che devono dimostrare di essere uomini e reagire. Ci sono individualità importanti e devono venire fuori. Sarri non c’è più, ma io continuo a reputarlo un grande tecnico e mi dispiace. Ora da qui alla fine occorre senso di responsabilità e amore per la maglia della Lazio. Bisogna mostrare senso di appartenenza perchè c’è una tifoseria che ama questa squadra e non merita di assistere a partite come quella contro l’Udinese. Devono ritrovare la squadra che ha battuto il Bayern. C’era una cornice di pubblcio eccezionale e i laziali meritano queste emozioni. In questo momento non va cercato il capro espiatorio, ma la coesione. E’ troppo facile dare le colpe all’allenatore. Ora devono rimanere uniti, per uscire dalla crisi”.

 


 

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