Quello che riguarda la nuova organizzazione dei calendari sportivi e calcistici sta diventando un vero e proprio caso in Italia e in Europa.

La situazione 

Secondo quanto riportato da Il Corriere dello Sport, proprio qualche mese fa Uefa e Fifa hanno aggiunto, a un calendario che già risultava pieno di impegni, un innovativo è più impegnativo format delle coppe europee (anche la Lazio, ad esempio, giocherà l’Europa League sfidando 8 squadre, 4 in casa e 4 in trasferta con una sola classifica). Agli impegni europei, per alcune squadre, si aggiunge anche il Mondiale per club con inizio fissato al termine della stagione e proseguimento possibile fino a metà luglio. La nuova organizzazione non tiene conto nemmeno di alcune delle problematiche connesse - e non risolte- che, invece, preoccupano allenatori e calciatori: scadenze contrattuali a fine giugno, mercato in attività a torneo in corso, la mancata definizione delle sedi americane, poco tempo a disposizione degli atleti per riposare e conseguente maggiore rischio di infortuni. 

Lo sciopero diventa un’ipotesi concreta 

Di conseguenza, le leghe europee, tra cui anche la Serie A, in accordo con Fifpro (il sindacato internazionale dei calciatori), hanno presentato un reclamo alla Commissione Europea per contrastare l’abuso di posizione dominante delle istituzioni calcistiche quali Eufa e Fifa. 

Anche il presidente dell’Assocalciatori italiana, Umberto Calcagno, a Radio Sportiva, si è espresso duramente a riguardo: 

È necessario un punto d’incontro. Quella lanciata degli atleti più che una minaccia è un grido di allarme. Si giocheranno più di 80 partite a stagione, è un rischio enorme per la salute ma riguarda anche la distribuzione delle risorse, la valorizzazione dei campionati interni e la crescita dei giovani. 

 

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