La Repubblica | Nelle liti con la Nazionale Romagnoli è l’eccezione. E Zoff difende Immobile
Alessio Romagnoli, punto fermo della Lazio, è una delle prove che i due “nemici”, Tare e Sarri, hanno saputo mettere a segno colpi importanti per far crescere la squadra. E che la convivenza, nonostante le turbolenze e il probabile divorzio a fine stagione, è stata in grado di produrre risultati confortanti. Il ds lo ha cercato per anni, come rivelato dallo stesso difensore appena arrivato a Roma, l’allenatore lo ha sempre considerato un acquisto decisivo per la retroguardia della Lazio, diventata la seconda migliore del campionato con ben 16 clean sheet. Le caratteristiche di Romagnoli sono perfette per le idee di Sarri, che ha saputo valorizzarne le qualità. E grazie alle prestazioni in biancoceleste, il numero 13 della Lazio, cresciuto nel mito di Nesta, ha riconquistato la Nazionale. Dopo tre anni e mezzo, Alessio è tornato a vestire l’azzurro: dal novembre 2019 – a Palermo contro l’Armenia l’ultima partita - a marzo 2023, quando ha giocato titolare nel successo di domenica sera su Malta. Una soddisfazione enorme per il 28enne di Anzio, che oggi rientrerà a Formello ancora più motivato: il derby vinto e l’azzurro riconquistato, il modo migliore per presentarsi al rush finale, con l’obiettivo di portare la sua Lazio in Champions League. Rappresenta l’eccezione, Romagnoli, in un periodo complicato nei rapporti tra la Nazionale e la Lazio: le polemiche su Immobile e la mancata convocazione di Zaccagni gli ultimi esempi. A proposito di Ciro, che oggi a Formello tornerà ad allenarsi in gruppo come previsto, Dino Zoff a Rai Radio 1 ha espresso un concetto condiviso non solo dai laziali: “Non ci sono tante punte in giro, è vero, ma non è che arriva uno e può scalzare Immobile che ha segnato 50 gol a stagione da diversi anni”. Le parole dell’ex ct sono riferite a Mateo Retegui, l’italo-argentino che Mancini ha scelto come centravanti proprio per sostituire il capitano biancoceleste contro Inghilterra e Malta. Con il consueto equilibrio, Zoff invita alla cautela nei giudizi di entusiasmo sfrenato espressi nei confronti di Retegui. La curiosità è che lo stesso 23enne attaccante del Tigre sia stato seguito dalla Lazio per diverso tempo, prima che Mancini lo chiamasse in Nazionale: allora il costo era accessibile, tra i 3 e i 5 milioni di euro, ora invece – grazie ai due gol realizzati nelle prime due gare in azzurro – il prezzo è schizzato a 18 milioni di dollari: l’Inter il club più interessato, ma c’è anche il Napoli. La Lazio si tiene stretta Immobile e intanto sonda il mercato per trovare finalmente un vice-Ciro all’altezza delle ambizioni Champions. Il sogno di Sarri per l’attacco resta Rafa Silva, in scadenza 2024 con il Benfica: al momento trattasi di missione impossibile, vedremo in estate se lo scenario cambierà. Di sicuro il tecnico è soddisfatto del rendimento di Felipe Anderson, altro giocatore-simbolo di chi confermerebbe il tandem Tare-Sarri: clamoroso affare di mercato del ds, valorizzazione e progressi a cura dell’allenatore. In ogni caso, per Lotito è arrivato il momento delle scelte: bisogna programmare il futuro, siamo quasi ad aprile e la chiarezza su chi farà il mercato della Lazio è necessaria. La Repubblica/Giulio Cardone