La Repubblica | Lazio, che botte: Ciro è fuori e Peruzzi attacca Lotito e Tare
L’ennesima tegola della stagione più tormentata di Immobile è caduta ieri pomeriggio. Quando Ciro - in isolamento da mercoledì scorso perché la moglie ha contratto il Covid (ma sta bene) - ha ricevuto il risultato dell’ultimo tampone rapido svolto in questi giorni: positivo. Oggi l’esito del test molecolare, ma in ogni caso il 2021 calcistico dell’attaccante della Lazio finisce qui: è fuori per la gara di domani a Venezia. Sarà la quarta assenza stagionale per Immobile con la Lazio, la nona contando anche le partite saltate con la Nazionale per i tanti problemi fisici: prima il flessore, poi il polpaccio e il ginocchio, sia il destro che il sinistro. Ora anche il virus: se non è una maledizione, poco ci manca. È incredulo e rammaricato, Ciro. Nella laguna di Venezia lascerà sola la Lazio, che dovrà riuscire a rimanere a galla senza la propria ancora, con la speranza di riaverla a bordo il 6 gennaio con l’Empoli. È il desiderio di Immobile, che non vuole perdere altro terreno da Vlahovic, primo nella classifica marcatori con 3 gol di vantaggio (16 a 13, con 3 partite e 2 rigori in più). Il nuovo stop di Immobile certifica l’esigenza, fatta presente più volte da Sarri alla società, di un sostituto all’altezza. A gennaio sicuramente arriverà un attaccante (al posto di Muriqi), ma intanto a Venezia Sarri spera che l’interruttore dei Felipe Anderson (‘falso nueve’) sia sul lato ‘on’, come contro il Genoa. Dubbio in difesa: Hysaj non è al meglio per un affaticamento all’adduttore della coscia destra, al suo posto Radu favorito su Lazzari (sul mercato). A rendere ancora più elettrico il clima, arriva il sorprendente sfogo di Peruzzi, club manager della Lazio fino all’estate scorsa. Un attacco duro, quello di Peruzzi, che non pensava di essere in diretta a Radiosei. «Lotito e Tare non mi permettevano di svolgere il lavoro come volevo». E poi ancora, tra le tante frasi pesanti: «Mi hanno isolato. Non mi chiedevano un parere neanche sui portieri». La Repubblica\Giulio Cardone&Riccardo Caponetti