Il Messaggero | Pedro scalpita: vuole segnare anche in Serie A
Con le prodezze di Sinner sotto gli occhi è semplice pensare che la freschezza della gioventù sia l'arma vincente per tutto, ma anche l'esperienza vuole la sua parte. Chiedere a uno come Pedro in caso di dubbi. Spesso per ritrovare serenità si pensa di dover cambiare definitivamente aria, ma al canario invece è bastato scavalcare il Tevere. La chiamata dell'amico «Maurizio» è stata il primo approccio. Da lì sono passate ben 101 partite nelle quali il 36enne ha trovato una seconda giovinezza alla Lazio dopo l'esperienza negativa alla Roma, oltre che 19 gol e 9 assist. Altro che i momenti bui passati a Trigoria. A Formello l'ex Barcellona è stato osannato fin dal primo giorno, rispondendo con tanti guizzi importanti a partire dal primo centro in biacoceleste proprio nel derby. Con la sua maturità l'ex giallorosso si è saputo calare alla perfezione nella nuova realtà capendo i momenti e senia pretendere mai troppo. L'età avanza, ma le finte sono sempre le stesse, come quella per rispondere alla provocazione di Mourinho («Poteva fare nuoto»): «Mi fa ridere. Quando non parla dell'arbitro parla del calendario, oppure di un giocatore che si butta a terra. Lo conosco molto bene avendolo avuto da allenatore».
ALTRA CHANCE - Troppo esperto il numero 9 per cadere nel tranello di Mou. Meglio pensare alla prossima sfida, che salvo sorprese lo vedrà ancora protagonista dal l' e sarebbe la prima volta quest'anno per due gare di fila. Con le condizioni di Zaccagni ancora precarie (esami in arrivo), Pedrito è pronto a riprendersi la fascia sinistra contro la Salernitana, in quell'Arechi in cui ha sempre vinto senza mai lasciare il segno. Strano per "mister 25 titoli", capace - come un certo Messi - di timbrare tutte le competizioni di una singola stagione. Ecco perché appena l'asticella si alza Pedro risponde presente. In soli 69 minuti giocati è il capocannoniere della squadra in Champions League (2 gol). Adesso però manca il graffio in campionato, dove dopo 10 gare è ancora a secco. Per parlare di futro invece ci sarà tempo, a prescindere dall'opzione di rinnovo dopo 25 presenze: «Il Barcellona è la squadra del cuore. Ho cercato di tornarci tante volte in passato - ha detto a Sportitalia - ma in questo momento è complicato. Però alla Lazio sto bene, sono rinato. Tenerife? È presto». C'è da pensare alla stagione in corso, per la quale Vecino non ha dubbi: «Il nostro obiettivo è tornare in Champions, al 100%. Sarri? Non ha voluto che andassi al Galatasaray - le sue parole a LazioPress - e ha dimostrato di contare su di me».