Il Messaggero | Lazio, la missione di Pedro: chiudere il cerchio
Fermo al palo. Trema ancora quello dell’Olimpico sull’arcobaleno di Pedro. Stavolta comunque decisivo: lo spagnolo subentra al 58’ al posto di Felipe Anderson e sforna il cross su cui poi Milinkovic s’avventa con la schiacciata del 2-2, a un soffio dal gong. Ora quel punto acciuffato venerdì scorso in pieno recupero può diventare davvero d’oro, alla luce di due risultati (pari della Roma e Atalanta ko) dell’ultimo turno. Se la Lazio dovesse vincere domenica sera al Friuli, potrebbe ritrovarsi matematicamente già qualificata in Champions il giorno dopo: lunedì infatti ci sarà il processo Juve, la penalizzazione (certa e afflittiva) è attesa al tramonto. A quel punto non conterebbe più nemmeno la corsa sul Milan, al momento a -3 al quinto posto. Sarri non vuole fare calcoli, ieri alla ripresa lo ha ribadito al gruppo, ma adesso diventa fondamentale risollevare la ciurma, apparsa ancora sotto tono dal punto di vista psico-fisico. «Questa Lazio è stanca perché è faticoso lottare con squadre forti che cercano di rubarci il posto. Dobbiamo impegnarci, nell’ultima gara abbiamo perso punti, ma manca poco al traguardo», ha spiegato Immobile, premiato ieri mattina dall’Ussi all’Olimpico. Dopo il gol casalingo ritrovato, anche Ciro vuole rialzare il morale dello spogliatoio: così oggi il capitano ha organizzato una grigliata con tutti i compagni a Formello. Deve sdebitarsi anche per il 14esimo assist ad personam recapitatogli da Luis Alberto, un Mago riabilitato in tutto e per tutto da gennaio. Merito anche e soprattutto dell’opera di mediazione con Sarri dell’amico Pedro.
LA VITTIMA PREFERITA - Ora il richiamo della Spagna va scansato di nuovo. Il Cadice ci riproverà per Luis Alberto a giugno, adesso si affaccia invece anche il Valencia per Pedro: «C’è un’opzione a favore della Lazio e il suo rinnovo lo do per scontato», assicurava Lotito ormai a dicembre scorso. Ma ora improvvisamente ci sarebbero nuove valutazioni in corso. La Lazio vuole giocatori stra-motivati il prossimo anno e, oltretutto, ha deciso di abbassare il monte ingaggi e svecchiare ulteriormente l’organico. Diego Gonzalez ha già sostituito Luka Romero, Cancellieri potrebbe essere inserito nell’affare Berardi col Sassuolo. Forse non è un caso che il club biancoceleste stia pensando a nomi di grido (occhio a Kulusevski offerto dalla Juve per Milinkovic) anche sull’esterno. Pedro compirà 36 anni a luglio, in questa stagione è già sceso parecchio il suo rendimento, anche se rimane un campione-leader dello spogliatoio. Nel 4-3-3 di Sarri però c’è bisogno di maggior ricambio sulle fasce, spremute all’osso. Dal suo ritorno, Felipe Anderson (a breve papà) ha giocato 95 gare di seguito: è alla sua stagione più prolifica (12 centri), ma ha l’affanno dopo i tre gol segnati in quattro gare tra Spezia e Sassuolo. Zaccagni (nel weekend nella capitale il suo procuratore Giuffredi per il rinnovo), ha collezionato un solo assist nelle ultime sei gare perché un principio di pubalgia è tornato a tormentarlo. Chissà che, anche per questo, domenica non possa tornare proprio Pedro dal 1’, per riscattare la chance da titolare sciupata nello 0-1 col Torino. Mai una sconfitta (in 5 confronti) contro l’Udinese, la sua vittima preferita (3 gol) e anche quella contro cui ha firmato il suo nome per la prima volta – con la maglia giallorossa al Dacia Arena il 3 ottobre 2020 – nel campionato italiano. Potrebbe essere un rilancio o la chiusura di un cerchio romantico. Il Messaggero/Alberto Abbate