Laziale dalla nascita, Alessandro Murgia cresce nel settore giovanile biancoceleste, nel 2016/17 viene inserito stabilmente in prima squadra da Simone Inzaghi, che lo aveva già allenato in Primavera. Il centrocampista laziale viene ricordato per aver messo a segno il goal del 2-3 in finale contro la Juventus facendo vincere alla Lazio la quarta Supercoppa italiana il 13 agosto 2017. Di seguito la sue parole durante la trasmissione radiofonica “Quelli che…” a Radiosei.

Il goal decisivo in Supercoppa italiana

Anche solo risentire la cronaca di quel giorno in cui decisi la Supercoppa Italiana è un’emozione grandissima. Ancora oggi molte mie motivazioni partono da quel momento, da quella gioia, non potrò mai dimenticare.

Di quella notte cosa ricordi, non era semplice segnare alla Juve di Allegri

Mi ricordo che nel momento in cui Jordan Lukaku saltò De Sciglio, mi sono subito sentito solo in area di rigore. L’ho colpita come dovevo, poi solo un’immensa emozione ed il sogno realizzato di un bambino che ormai è cresciuto. Tutto quello che è avvenuto dopo la rete non riesco a ricordarlo, l’adrenalina è stata infinita. L’unica cosa che ho avuto in testa e di tenere basso quel pallone, è uscito questo tiro veloce con il piattone per metterla lì. Dopo il 2-2 c’era la sensazione che la Juventus potesse spuntarla, poi sappiamo come è andata.

Su Jordan Lukaku 

Lukaku era un ragazzo particolare, in quella azione ha dimostrato tutta la sua forza fisica, tutta la sua qualità, tutto il suo sprint, non so che panino gli hanno dato quel giorno, ma era quello giusto (ride, ndr).

Cosa è stato per te Inzaghi come allenatore?

Inzaghi per me è stato il tecnico più importante. Con lui sono cresciuto, partendo dagli allievi, mi ha fatto esordire, mi ha dato la possibilità di giocare con una discreta continuità. Indubbiamente il più importante.

Staffetta Murgia-Cataldi. Che rapporto c'era?

Eravamo due giocatori provenienti dal settore giovanile, laziali e romani ed in concorrenza per lo stesso posto. C’è un bel rapporto ancora oggi con lui, era una sana competizione.

Dalla Lazio alla Spal

Di base è accaduto che avevo semplicemente voglia di giocare con maggior continuità per poter continuare a crescere. I primi sei mesi sono stati ottimi, tanto che sono stato riscattato nell’affare Lazzari. Poi gli anni successivi non sono stati dei migliori. Poi mi sono ritrovato in serie B. Ora sono in Romania, ho deciso di fare questa esperienza.

Pensi ad un tuo ritorno in Italia?

Prenderei in considerazione un ritorno in Italia, anche se adesso sono concentrato dove sono.

Hai giocato con Folorunsho?

Abbiamo giocato un anno insieme, anche lui è cresciuto tantissimo, sono molto contento per lui.

Inzaghi era ossessivo anche con te?

Assolutamente sì, è la caratteristica migliore di Inzaghi, ha capacità di tirar fuori il 110% da ogni giocatore. Quando scendi in campo per lui dai tutto.

Sei mai tornato a vedere la Lazio?

Sì, ho visto due partite in Curva, è stato bellissimo.

Hai più sentito qualche ex giocatore?

Ho sentito Immobile dopo il suo addio, così come Luis Alberto. Ho rapporti ancora con tutti quanti.

Che ne pensi della Lazio di oggi?

La società quest'anno ha portato giocatori giovani, ha fatto delle scelte. La cosa che conta è la maglia, non i giocatori che ci sono, i calciatori devono capire che combattono per la gente laziale.

Cosa successe a Salisburgo?

In Europa le partite sono difficili, hanno sempre delle insidie. Quest’anno può dire la sua in Europa League.

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