Il Messaggero | Lazio, Kamada indica la strada
L'antidoto è combattere, non piangersi addosso. E ogni samurai dedica anima e corpo per giungere alla perfezione avanza di giorno in giorno, non finisce mai il suo addestramento. Quest'estate Kamada correva da solo per le strade di Francoforte e lyo per tenersi in allenamento, da un mese comple gli straordinari fuori da Formello per tornare al top: «Con Sarri posso migliorare a difendere e offendere, con la Lazio voglio diventare una delle mezz'ali più forti del calcio europeo». Figuriamoci come possa pensare di lasciare la capitale dopo appena un anno: «E infatti siamo già d'accordo per altri due», assicura Lotito, chiudendo il nodo clausola sul contratto. E tranquillizzando il Comandante che, fra i nuovi acquisti, si fida solo di Kamada in questo momento. Dopo il pari col Monza, forse avete finalmente intuito il motivo. E' un esempio per il gruppo, uno scaccia crisi di appagamento. Occhi da orientale che analizzano in silenzio il futuro. Ieri Mau ha tenuto tutti per ore in sala video, Daichi aveva già studiato il Torino per conto suo. Il giapponese tornerà dal primo minuto domani sera a centrocampo, vuole regalare la prima vittoria biancoceleste all'Olimpico. D'altronde sinora c'è proprio la sua firma nell'unico successo biancoceleste al Maradona in quest'avvio di campionato. Ridategli però la maglia numero 6 a maniche lunghe, Kamada faceva bene ad essere scaramartico: appena spezzato il rito, ecco la deviazione sfortunata sul tiro di Barrios contro l'Atletico. Una delle tante altre big che in estate lo avevano corteggiato, dopo che Inter e Milan lo avevano abbandonato.
EREDITA' - Simeone, Pioli, Inzaghi, tanti lo stimano, ma questo non è un ragazzo dal kimono d'oro. A volte quella che sembra normalità però è uno straordinario valore aggiunto. Tutti invocavano Guendouzi titolare perché Kamada non è uno che ruba l'occhio, è un giocatore atipico, ma con una personalità un'intelligenza calcistica fuori dall'ordinario. Dotato tecnicamente e in possesso di un ottimo tiro. Avete già ammirato quello vincente alla Nedved contro il Napoli, ma c'è molto altro. Daichi dona equilibrio, pressando, con i suoi tempi di inserimento. Fa avanti e indietro in una Lazio, che ultimamente gioca troppo da fermo. Ecco perché Sarri non ha fatto altro che schierarlo dal primo giorno con un solo turno di riposo. Chiaro, se la squadra gira a vuoto e non c'è un meccanismo oliato, anche le qualità di Kamada emergono meno. Lui stesso lo ha ammesso: «Non sono un giocatore speciale che fa il risultato da solo, dipendo dalla squadra. E sono diverso da Milinkovic, ma posso dare tanto in un altro modo».
SCELTE - Eppure l'eredità del Sergente pesa ancora come un macigno. Il serbo era un catalizzatore di palloni, la fionda per Lazzari, Felipe o Ciro. Sono cambiate le caratteristiche della Lazio, Kamada adesso va sfruttato di più e meglio. Sarri non fa altro che ripeterlo. E adesso si aggrappa al giapponese, anche perché rischia di dover fare un bel po' di turnover contro il Torino. Ieri tanti big sono rimasti a riposo: preoccupano soprattutto gli affaticamenti di Patric, Romagnoli e Zaccagni, ma solo oggi si capirà se dovranno tutti fermarsi pensando alla sfida di sabato a San Siro. Dietro tornerà Casale, Gila scalpita per l'esordio. Davanti dovrebbe toccare a Pedro con Felipe Anderson, Immobile resta in vantaggio su Castellanos. Così come Vecino prova a mettere la freccia su Rovella e Cataldi, accanto a Luis Alberto e Kamada in rampa di rilancio. Bentornato, anzi Daje-ci, come dicono i tifosi in romano. Il Messaggero/Alberto Abbate