Benjamin List, premio Nobel per la chimica del 2021, gli ha addirittura offerto la sua medaglia per farlo rinnovare con il Francoforte. Tanto era legato a Daichi Kamada, il Samurai scelto dalla Lazio per sostituire il Sergente. Ventisei anni, 186 centimetri d’altezza, rappresenta la grande novità della Lazio 3.0 di Maurizio Sarri. Il giocatore più atteso, il centrocampista che avrà l’arduo compito di sostituire Milinkovic, ceduto per 40 milioni all’Al-Hilal. Era uno dei punti di forza della Lazio, il serbo, che nel biennio sarriano in Serie A ha segnato 20 gol e confezionato 18 assist. La Lazio sapeva che non avrebbe potuto sostituire Milinkovic con un giocatore uguale a lui. Semplicemente perché non esiste un profilo con le stesse caratteristiche. Sarri da mesi stava insistendo per il suo pupillo Zielinski, fresco campione d’Italia col Napoli e in scadenza il prossimo giugno. Lotito però non ha trovato terreno fertile con De Laurentiis e l’interesse non è sbocciato in una trattativa. Così Lotito, senza disperarsi troppo, ha virato su Kamada.

Meno appariscente ma più concreto. Sceglie l’essenziale, lui. Il confronto con Milinkovic non sembra turbarlo, è anche sbagliato farlo. Così con la calma tipica della sua cultura giapponese si è già messo al centro dello spartito biancoceleste. Era destino che dovesse arrivare in Italia, Kamada. Cercato a lungo dal Milan, seguito dalla Roma, alla fine ha scelto la Lazio. «Il mio grande desiderio era giocare in una squadra che lotta in Champions League. Il presidente e il mister erano entusiasti di avermi alla Lazio, qui credo di poter crescere tanto, per questo ho deciso di venire a Roma. Il mio ruolo? Da numero 8, come centrocampista interno o mezzala», ha detto nella sua prima intervista da giocatore laziale.

In pochi giorni, Kàmada (si pronuncia con l’accento sulla prima “a”) ha già conquistato i compagni. Emblematiche le parole di Casale: «Mi è bastato mezzo allenamento per capire che è una mezzala importante. Dà copertura e ha visione di gioco, appena può gioca in avanti, mi piace». Domenica è pronto al battesimo a Lecce. Nessuna paura però, non può avere timori un ragazzo con 127 partite sulle spalle in Bundesliga (40 reti e 33 assist), trascinatore del Francoforte vincitore dell’Europa League due anni fa (ha segnato anche il rigore in finale) e leader del Giappone, sorpresa agli ultimi mondiali in Qatar: a proposito, con la sua nazionale sarà impegnato in Coppa d’Asia al via il 12 gennaio. Niente male il Samurai, l’uomo più atteso della nuova Lazio di Sarri. La Repubblica/Giulio Cardone

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