L'avv. Mignogna: "Flaminio? Il Comune di Roma assicuri la par condicio in quanto a tempistiche, capienza e ricavi". E sulla stagione della Lazio...
L'intervento dell'avvocato in merito allo stadio Flaminio e al progetto della Lazio, e non solo
L'avvocato Gian Luca Mignogna ha partecipato a un programma sulla frequenza 90.7 di Radio Olympia, dove ha commentato la situazione attuale della Lazio e ha discusso anche delle questioni relative allo Stadio Flaminio.
Queste le sue parole:
“Quest’anno abbiamo assistito ad un’altalena di risultati sconcertante, che però è da ricollegare direttamente allo scollamento creatosi all’interno dello spogliatoio. Abbiamo ascoltato Sarri lamentarsi più volte del mancato arrivo delle sue prime scelte, con dichiarazioni che al tempo stesso hanno creato alibi, depresso e deresponsabilizzato diversi calciatori. Tanti di loro nel corso della stagione si sono lasciati andare ad esternazioni che andavano gestite diversamente, ma che sono sintomatiche del clima che c’è stato a Formello”.
Sulla stagione
“Gli ultimi fulmini a ciel sereno, solo in ordine di tempo, sono state le parole di Patric che prima di Lazio-Salernitana ha invitato a farsi da parte chi non credeva più nel progetto, l’intervista di Luis Alberto nel dopogara che chiamandosi fuori è sembrato quasi rispondergli e poi l’ufficializzazione del passaggio di Felipe Anderson al Palmeiras. E’ chiaro che così diventa tutto più complicato e lo scollamento si estende a tutto l’ambiente. Spiace, perché la stagione potenzialmente potrebbe ancora regalare qualche sorpresa in positivo. Basta guardare il calendario per rendersi conto che varrebbe la pena provare ancora a lottare per il quinto posto, che verosimilmente porterà in Champions League. Senza dimenticare che, sulla carta, la semifinale di Coppa Italia con una prova di carattere sarebbe ancora potenzialmente ribaltabile”.
Sulla panchina biancoceleste
“Vedremo che succederà, io però credo che nei quadri societari ci vorrebbe qualche innesto importante. Mi piacerebbe vedere Klose nel ruolo di club manager, perché il tedesco ha una caratura di grande spessore e potrebbe essere l’anello di raccordo mancante tra la dirigenza e la squadra. Non possiamo ancora dare un giudizio su Tudor, personalmente non ho ancora nemmeno inquadrato il suo tipo di gioco, ma spero che in questo finale di stagione riesca a dare gli stimoli giusti a tutta la rosa, perché sarebbe bello centrare qualche obiettivo nonostante tutti i travagli che i tifosi laziali loro malgrado hanno dovuto sopportare”.
Sullo Scudetto 1915
“Per lo Scudetto 1915 è un momento particolare, grosse iniziative non ce ne sono state, i documenti sono sul tavolo da tempo immemore e andrebbero esaminati ma tutto questo non accade. L’istanza di assegnazione ex aequo non è stata accolta ma nemmeno respinta, e infatti il procedimento è ancora in atto. A brevissimo ci saranno le elezioni federali, si capirà se Gravina si ricandiderà e sarà un momento importante, se io fossi il presidente federale cercherei di arrivare a una definizione della questione prima delle elezioni. Se questo non avvenisse io al suo posto nemmeno mi ricandiderei, sarebbe una grossa pecca da portarsi dietro nel nuovo mandato”.
Sul Flaminio
“In tanti parlano dello stadio Flaminio ma il tempo della parole credo che sia finito, la sentiamo tutti come la casa biancazzurra per definizione, del resto proprio in quell’area nella stagione 1914-15, fu inaugurato lo stadio della Rondinella. Quando la Lazio ha iniziato a giocare seriamente a pallone l’ha fatto lì, anche se prima aveva giocato a Piazza d’Armi, a Villa Borghese e alla Farnesina, il primo vero impianto della Lazio è stato la Rondinella, dove ora sorge il parcheggio che separa il Flaminio dal Palazzetto dello Sport. Non se ne esce però con un rimpallo continuo tra le parti in causa: bisognerebbe chiedere e ottenere al Comune di Roma una delibera che possa assicurare la par condicio, tra Lazio e Roma, in quanto a tempistiche, capienza dell’impianto e ricavi diretti e indiretti. La società che partirà prima inizialmente avrà una forza economica maggiore, ancor più chi potrà contare su una cubatura più ampia per alimentare i propri ricavi commerciali. La chiave di volta può essere vincolare il Comune di Roma affinché si renda garante della par condicio tra le due società capitoline sullo sviluppo, a parità di condizioni, dei progetti dei rispettivi stadi”.