Bologna-Lazio, Signori: "Mi auguro finisca in parità: Sarri uno dei miei preferiti. Ho preso il patentino da allenatore, voglio aiutare i ragazzi"
Domani ci sarà la sfida tra Bologna e Lazio, due squadre che hanno segnato in maniera indelebile la carriera di Beppe Signori. Proprio l'ex attaccante delle due squadre, è stato intervistato da Il Resto Del Carlino. Ecco le sue parole:
Beppe, la prima domanda è la più importante: come sta?
"Ormai sto meglio, ma ancora ovviamente non posso dire di stare bene. Sono fermo ai box: starò meglio quando avrà trovato un’occupazione. Certo, questa doppia assoluzione è stato il gol più importante della carriera. Dieci anni sono tanti. E pesano anche di più perché erano nel bel mezzo della mia vita: dai quaranta ai cinquanta è la fase in cui puoi goderti un po’ il tempo dopo una lunga carriera, hai la possibilità di fare ciò che ti piace, nel mio caso diventare un allenatore. E, invece, questo tempo mi è stato strappato inutilmente, senza ragione. Da salvare c'è l'aver visto i miei bambini crescere, la vicinanza di mia moglie. In questi casi ti aggrappi alle persone più care. Ecco, gli amici: mi sono ritrovato quelli che aspettavo di ritrovarmi, e di questo vado fiero. Ovviamente mi hanno deluso quelli che sapevo mi avrebbero deluso".
Adesso cosa vuole fare Beppe Signori?
"Nel 2010 ho fatto il percorso di Coverciano, ho preso il patentino da allenatore: il mio sogno è cercare di aiutare i ragazzi a coltivare la loro passione, mettere a disposizione la mia esperienza. Ai miei tempi si stava con i compagni, giocavamo a carte, scherzavamo. Oggi è diverso: questi giovani stanno sempre sul cellulare, si estraniano. Io cerco di valutare ogni possibilità. Ovviamente so di partire da debuttante, ma tutti, anche i più grandi, hanno iniziato con la prima partita. Non ho pretese assurde: se c’è l’occasione di lavorare con i grandi, bene, ma se c’è da cominciare con i più giovani, va benissimo. E’ un grande stimolo".
Lei e Mihajlovic compagni alla Samp. Chi calciava meglio le punizioni?
"Penso di essere stato l’unico a potergli dire: lasciami tirare questa. Non era semplice con lui (ride, ndr). Scherzi a parte, Sinisa era più forte lontano dalla porta, io sulle zone più vicine. Ci siamo un po’ persi. Prima sono stato male io, poi c’è stata la sua malattia. Ma non significa che non avremo modo di ritrovarci".
Intanto c’è Bologna-Lazio, la vostra partita. Ma i rossoblù ci arrivano male.
"Ci vuole un po’ di equilibro nei giudizi. Prima non erano una squadra da Champions e ora non sono da retrocessione. Il Bologna ha fatto otto punti, in tanti ci avrebbero messo la firma: penso possa fare un bel campionato. Certo, la Lazio arriva con la spinta del derby. Sarri è uno dei miei tecnici preferiti: mi piacciono tutti quelli che fanno il 4-3-3. Il mio motto è difendersi attaccando. Domenica mi auguro finisca in parità, per non fare torto a nessuno. Anche perché al Bologna un pari sarebbe importantissimo e per la Lazio non sarebbe un risultato da buttare. In fondo sono le squadre che hanno coronato i sogni della mia vita".