CorSera | Immobile è rientrato: ora prova a ripartire con il conforto della Lazio
Non andrà in Turchia, ma non è felice. Ciro Immobile ha il muso lungo e, senza sorridere, ha lasciato il ritiro della Nazionale. Con lui, Verratti (indisponibile già dalla mattina di ieri), Berardi, Gianluca Mancini, Jorginho e Insigne, anche se nessuno è finito nel mirino come lui, che con la maglia della Lazio sbriciola record ma che con quella azzurra non è riuscito a essere decisivo, nonostante il modulo di Sarri e Mancini sia lo stesso, con due uomini ai lati. Immobile sperava che la notte del novembre 2017 a San Siro, quando per l’Italia si chiusero le porte del Mondiale dell’anno dopo, rimanesse un evento unico nella sua carriera. Milano-Palermo, solo andata: anche al Barbera stesse lacrime e incredulità. Chissà se per Ciro ci sarà un’altra occasione di giocare un Mondiale: gli capitò nel 2014, nel giorno in cui l’Italia di Prandelli scese in campo contro l’Uruguay (almeno fino al 2026 rimarrà l’ultima partita della Nazionale a quel livello). Immobile era titolare, al suo fianco Balotelli. Quando, tra 4 anni, si giocherà negli Stati Uniti, in Canada e in Messico, Ciro di anni ne avrà 36, e chissà quante altre cose saranno accadute nella sua carriera e nel calcio italiano. Quando l’inevitabile delusione passerà, sarà il momento delle riflessioni. Di sicuro, una settimana con tre gol subiti in un derby e un altro flop della Nazionale gli hanno portato il morale sotto terra. Nel frattempo resta la Lazio, squadra di cui è capitano e trascinatore: i tifosi lo difendono, Sarri e i compagni lo adorano. Sabato prossimo, contro il Sassuolo, ripartirà dall’ennesimo record strappato a Piola, quello dei 144 gol in serie A segnati col biancoceleste addosso. Rispondere sul campo, con i gol, è una cosa che gli è sempre piaciuta: dopo il disastro azzurro contro la Svezia nel 2017, Immobile conquistò il titolo di capocannoniere con 29 reti, come Mauro Icardi. Fu il secondo di tre (il terzo è arrivato nel 2020 col record di 36, gli stessi di Higuain, nessuno ne ha fatti di più in una stagione), solo Nordahl nella storia ha saputo fare meglio, con 5. A oggi è un testa a testa con Vlahovic (Ciro e il serbo sono pari, a 21), con un romanista (Abraham) e Simeone primi inseguitori. Domani tornerà a Formello, ieri intanto ha festeggiato sui social il compleanno del fratello Luigi con una foto dei due in Campidoglio con la Scarpa d’Oro in mano. Messa lì, forse, non a caso. CorriereDellaSera