Fraioli
Fraioli

In un'ampia conversazione ospitata sul canale YouTube della UEFA, il complesso italiano Mendouza ha intervistato con Alessandro Nesta. L'ex giocatore, noto per i suoi trascorsi nella Lazio e nel Milan, ha condiviso momenti salienti e racconti memorabili legati soprattutto alle sue avventure nella Champions League, mettendo in risalto esperienze indimenticabili vissute vestendo i colori della Lazio.

Queste le sue parole:

"Tutto è iniziato nel mio quartiere, romanista, a Cinecittà. La Roma mi vede, mi voleva prendere ma mio padre si ribella perché non voleva che andassi alla Roma. L'anno dopo sono andato alla Lazio, facevo la mezzala, giocavo a centrocampo con i piedi che ho (ride, ndr.). Però sono riuscito ad arrivare in prima squadra, l'allenatore Zeman mi vede e mi dice: 'Senti, bambino, tu da oggi sarai il centrale della Lazio'. Tutto in prima squadra, io avevo solo 18 anni, non mi ha spiegato tanto, ma ha avuto l'intuizione di cambiarmi la vita perché mi ha messo in quel ruolo dove in un anno sono esploso. Se non avessi incontrato Zeman avrei fatto una carriera sicuramente inferiore a quella che ho fatto".

"Il mio debutto in Champions League con la maglia della Lazio nel 1999 è stata una serata bellissima, un sogno, da piccolo guardavo sempre la Champions in televisione. Quando ti misuri contro squadre straniere è ancora più emozionante, le italiane le incontri sempre, ci si conosce tutti (ride, ndr.). Però quando giochi contro Manchester United, Real Madrid, Barcellona in stadi spaziali che io avevo visto solo da casa, quella è una gran bella cosa. Poi ogni società ha il suo DNA: io dalla Lazio sono andato al Milan, e lì mi hanno chiesto di vincere la Champions League, non il campionato".

"Al mio esordio avevo di fianco Veron, Mancini, Nedved e molti altri. Uno squadrone mai visto, probabilmente abbiamo vinto meno di quello che avremmo potuto. Abbiamo vinto il campionato poi, ma in Champions siamo arrivati ai quarti di finale e siamo usciti con il Valencia. Avessimo passato quel turno ce la saremmo potuta andare a giocare, magari non per vincere ma in finale sì. Poi io dopo ne ho avute di peggio nella mia carriera, sconfitte che mi hanno devastato, come l'altra finale con il Liverpool".

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