Il Messaggero | Lazio, il gruppo legato a Sarri e il ritorno di Immobile sono una spinta in più
Deluso, ma sempre più stretto intorno al suo gruppo: «Siete stati bravi, ragazzi. Ho visto una grande applicazione, ci sta un errore tecnico», ha detto Sarri, subito dopo la gara contro la Fiorentina, nello spogliatoio dell’Olimpico. Facce mogie al triplice fischio di Colombo, c’era grande rammarico per il pareggio: domenica la Lazio voleva vincere a ogni costo e agganciare l’Inter al secondo posto. Ma alla fine il punto rosicchiato alle dirette concorrenti Roma e Milan è un punto guadagnato nella corsa Champions: «Non ho cambiato idea, ci sono squadre più attrezzate di noi per l’Europa che conta e non mi aspetto nessun aiuto dal mercato», ha chiosato Maurizio, prima di voltare pagina e dedicarsi tutto ieri nella sua villa all’Olgiata all’analisi della Juventus, prossimo avversario ai quarti di Coppa Italia, dopodomani sera (ore 21) a Torino. Poi si penserà anche al Verona lunedì pomeriggio. Il tour de force è già iniziato, sarà un febbraio di fuoco: ci sono pure andata e ritorno di Conference contro il Cluj.
TURNOVER CON LA JUVENTUS - Stavolta il turnover sarà necessario. Complici la panchina corta e Lazzari alle prese con un piccolo fastidio, Sarri ha spremuto lo stesso undici schierato contro il Milan, ma con la Fiorentina si è vista tutta un’altra Lazio. Non c’è un problema fisico: lo dicono le statistiche, i biancocelesti continuano a correre più di chiunque altro (116 km, la distanza media percorsa, davanti a Monza e Inter) in questo campionato, ma soffrono da sempre le squadre che pressano. Appena un tiro nello specchio della porta, come non succedeva da marzo 2022 col Venezia, è tuttavia davvero troppo poco. Italiano stavolta ha incartato la sfida e il tridente leggero a livello tattico. Sarri lo avrebbe potuto aggirare in profondità solo se avesse avuto Immobile al 100% dall’inizio. Non è un caso che l’ingresso di Ciro abbia dato un altro impulso e tanto coraggio, ma guai a illudersi sul recupero già completo. Domenica il bomber era trascinato dalla voglia di spaccare il mondo, ma ora servono gli allenamenti nelle gambe per scongiurare nuove ricadute e aumentare il minutaggio. Ieri, nel giorno di riposo, il capitano ha corso da solo a Formello per recuperare la miglior forma e ritornare dal 1’ a Torino. C’è urgente bisogno dei suoi gol per puntare più in alto, anche se l’ultimo di Lecce non era bastato.
TROPPI PUNTI PERSI - Ripensando proprio a quell’esordio nel nuovo anno, un altro trend negativo va assolutamente invertito. Diventano 15 i punti persi da una situazione di vantaggio. In trasferta il pari con la Samp, oltre il ko in Salento. Ma è più sconfortante il ruolino casalingo: ben 10 punti (sconfitte con Napoli e Salernitana e i pari con Empoli e Fiorentina) lasciati davanti al proprio pubblico. La Lazio parte sempre forte, spinge al massimo (9 gol segnati), è la migliore della serie A nei primi 45’, ma ogni calo nella ripresa è deleterio. Sarri sottolinea come il nodo sia sempre lo stesso: poche rotazioni, soprattutto in attacco. Dalle retrovie stavolta arriva però un’altra grossa mano, il secondo gol (Casale dopo Romagnoli), ma anche la conferma di una difesa quasi di ferro in questo torneo. Provedel salva la porta, sul tiro di Nico Gonzalez non gli riesce il miracolo. Ma, dopo 11 clean sheet, sono comunque appena 16 le reti incassate per la seconda retroguardia italiana dietro il Napoli, con un solo centro subito in meno. Porta biancoceleste inviolata, anche dopo gli ottavi col Bologna in Coppa Italia, al momento. Chissà se basterà a Maximiano per fare il bis ai quarti a Torino. Il Messaggero/Alberto Abbate