Il Messaggero | Lazio, la resa dei conti
L’appuntamento è fissato dalla scorsa settimana per oggi, tardo pomeriggio. Sarri aspetta Lotito, al massimo con il solito prevedibile ritardo, ma stasera vuole avere un’idea più chiara sul suo futuro e quello della Lazio. Spera di scongiurare l’eventuale rinvio che ieri aleggiava a Formello per altri impegni del patron, magari come depistaggio. Il presidente aveva rimandato il discorso su rinnovo e mercato, subito dopo l’approvazione della semestrale consolidata al 31 dicembre 2021. Ci siamo, sono passati pochi giorni, Sarri ha avuto modo di leggere il bilancio. E quella postilla del 19 agosto: Lotito ha versato “solo” 3,9 milioni per sbloccare quel famoso indice di liquidità, che per quasi due mesi ha tormentato in estate la nuova Lazio. Nodo riemerso poi a gennaio, che ha portato (insieme a idee differenti, vedi Casale) anche alle frizioni col ds Tare, la cui presenza stasera all’incontro è stata richiesta dallo stesso tecnico. Ieri Lotito già si batteva in Assemblea di Lega a Milano, proprio per abbassare il prossimo 20 aprile questo indicatore di liquidità, divenuto parametro imprescindibile per l’iscrizione al campionato. Sarri ora sa che inciderà sul progetto, finalmente è stato avvertito: per questo deve premere al massimo sulla squadra per ottenere i soldi della qualificazione in Europa League sino al termine del campionato. I dati del bilancio – aggiornato a dicembre - confermano un deficit di liquidità (stimato attorno a 18 milioni) e sarebbe ulteriormente aumentato al 31 marzo. Non solo, col monte ingaggi attuale (51,51 milioni nel primo semestre), la Lazio non potrà più prescindere in futuro dal player trading per far fronte al costo degli ammortamenti dell’organico. Strakosha, Reina, Luiz Felipe, Leiva andranno via a scadenza, Acerbi ha chiesto di essere ceduto; solo a Radu e Patric è stato offerto un rinnovo al ribasso. È stato stabilito un piano triennale di ridimensionamento e bilanciamento. Ecco perché, anche nelle entrate, per mantenere un monte stipendi congruo e competitivo, bisognerà risparmiare sui cartellini con acquisti giovani o a parametro zero.
FIRMA E RISPOSTE - Non è un caso che Sarri e Tare ne abbiano già visionati diversi insieme su Wyscout: Provedel come secondo portiere, Romagnoli, Rojas, Emerson Palmieri (in prestito) dietro; Vecino, Djuricic, Saponara al posto di Luis Alberto; Bernardeschi e Mertens, i sogni in attacco del tecnico. Che abbraccerebbe pure Allan, pronto a svincolarsi dall’Everton. Sarebbe il sostituto di Milinkovic, che dovrà essere sacrificato per fare il mercato più serio. Lotito parte da 100 milioni, ma l’agente Kezman lo convincerà a cedere a Psg o United (dietro Juve e Inter) a 65-70 milioni con un contratto in scadenza nel 2024. Sarri vorrebbe uno fra Vitinha e Maxime Lopez in regia, Pinamonti in attacco e Carnesecchi in porta come primo.
Tare spinge per Sergio Rico, monitora il gioiellino Kamara a centrocampo e lo spilungone Onuachu, che non ha proprio le caratteristiche che piacciono a Maurizio. Questo è un altro nodo. Diesse e allenatore da settimane portano avanti prove di collaborazione a Formello. Sì, perché Sarri ha capito che l’albanese resterà ed è pronto al compromesso. Sta bene alla Lazio, è disposto a firmare il rinnovo sino al 2025, anche se Lotito dovesse presentarsi con un biennale (dai 4 milioni iniziali ai 3,5 l’anno) al ribasso rispetto a quello paventato nel 2021. Per l’allenatore non è più un discorso economico: vuole essere coinvolto, non estromesso. Non deve mai più scendere il gelo di questo inverno. Sarri vuole insomma mettere Lotito con le spalle al muro, capire se crede ancora in lui come a giugno: gli aveva promesso carta bianca, un ruolo alla Ferguson. È lo stesso il pensiero? Chissà se avrà le risposte in questo incontro o ne servirà almeno un altro. Il Messaggero\Alberto Abbate