Arrivato in estate dalla Salernitana, dove si era particolarmente distinto nonostante la retrocessione dei campani, Loum Tchaouna è approdato alla Lazio. Finora il suo rendimento è stato parecchio discontinuo mostrando lampi importanti come contro l'Ajax ad Amsterdam (gol e assist) alternati a parecchi black out che hanno fatto dubitare molti sul suo talento. Ora i biancocelesti sono entrati nell'ultimissima parte di stagione e servirà tutto l'organico per centrare gli obiettivi, lo stesso Loum dovrà dimostrare di essere maturato nonostante una stagione non semplicissima.

L'ala biancoceleste è stato il protagonista del nuovo speciale promosso da Canal+ intitolato “Decollage Imminent” (Decollo Imminente). 

Tchaouna

L'intervista a Tchaouna a Canal+

Mi sto liberando dei vestiti che non mi stanno più bene. Preferisco regalarli piuttosto che buttarli via. In particolare li mando in Africa, in Ciad, perché sono nato lì, la mia famiglia è lì, quindi cerco di aiutare il più possibile con quello che ho oggi. Non dimentico mai da dove vengo. 

Il Rennes? 

È stato un po' difficile, perché inevitabilmente dopo l’esordio avrei voluto giocare di più. Quindi ovviamente sono rimasto un po' deluso dal fatto che non abbia avuto un seguito

Sulla Lazio con tanto di visita al Centro Sportivo

La Lazio è un grande club quando si parla di storia. Anche arrivarci non è un'impresa da poco. È un passo in più. E il sogno è quello di arrivare il più in alto possibile. Questo è lo spogliatoio, e qui il mio posto. Lì c’è Dia, di là Guendouzi. Ah, e stavo dimenticando il più importante, la leggenda, Pedro. Rispetto alla Salernitana, la Lazio è un passo avanti. Le infrastrutture sono un po' più sviluppate. Quando sono arrivato qui sono rimasto stupito perché non mi aspettavo di avere così tante cose così vicine e a disposizione. Questo è il segno dei grandi club

Poi c’è la palestra, con i dati GPS delle partite. Ecco lì si può vedere il nostro secondo allenatore che si allena. Tutti lavorano sodo, ci trasmettono anche in campo la determinazione per vincere. Mi piacerebbe vincere un trofeo, è un mio sogno. Grazie all’aiuto del mio stilista, poi, posso sentirmi bene anche quando mi vesto (ride, ndr).

Stare in panchina sul momento mi fa arrabbiare e a volte sono anche molto frustrato, con me stesso e con l'allenatore. Ma poi è una sua scelta e sta a me dimostrare ancora di più. So che posso giocare la Champions League, la Coppa del Mondo, posso fare tante cose. Sono tutte cose che ho in mente e ci sto pensando, quindi devo lavorare per raggiungerle

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