Il Bologna non deve fronteggiare solo avversari sportivi, ma anche una grave minaccia digitale. Lo scorso 19 novembre, come riferito dal sito di repubblica.it, un gruppo di hacker ha colpito la società emiliana, sottraendo un’enorme quantità di dati sensibili, per un totale di circa 200 GB. Tra le informazioni rubate figurano contratti dei calciatori, dettagli sui dipendenti e gli sponsor, cartelle cliniche dei giocatori, conti bancari privati e persino strategie di mercato del club. Non mancano dati relativi agli abbonati.

La minaccia sul dark web

Gli hacker hanno rivendicato l’attacco sul dark web, minacciando di pubblicare tutto entro il weekend se non verrà pagato un riscatto. Come prova della serietà delle loro intenzioni, è stato reso pubblico il contratto di Vincenzo Italiano. La strategia intimidatoria include anche accuse al club di non rispettare le normative europee sulla protezione dei dati personali (GDPR), un'accusa che potrebbe comportare sanzioni significative per il Bologna.

Bologna attacco hacker

La risposta del club

Nonostante la gravità dell’attacco, il Bologna si mostra deciso a non cedere al ricatto. Il club ha confermato l’hackeraggio, ma ritiene che alcuni dei file rubati siano ormai obsoleti. È stata avviata un’indagine interna per determinare l’effettiva portata del furto, e il Garante per la Privacy è già stato informato. Nel frattempo, è imminente la denuncia alle autorità giudiziarie, con l’obiettivo di risalire ai responsabili.

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