Il Tempo | Dove osano le aquile
La notte dei laziali, sessantamila all’Olimpico per confermare il loro amore nel giorno della festa degli innamorati. La spinta dello stadio per un’impresa impossibile contro i tedeschi del Bayern Monaco, una delle squadre più forti al mondo che si presenta nella Capitale con qualche scricchiolio che alimenta le poche reali speranze. Si gioca alle 21 l’andata degli ottavi di Champions League, una sfida dal pronostico chiuso ma Sarri, solitamente pessimista prima delle gare, invita la squadra a giocarsela senza timori: «Possiamo vincere - spiega il tecnico biancoceleste - solo pensando che non sia impossibile. Se partiamo dal presupposto che non possiamo fare nulla, siamo già sconfitti. Loro sono favoriti e noi dobbiamo giocare con entusiasmo e fiducia, anche se poi non riusciremo nell’impresa. Servirà una bella faccia tosta». La sfida sarà complicata ma la squadra ha ripreso morale dopo il successo di Cagliari e vuole confermare di essersi messa la crisi alle spalle: «Quando ci sarà da soffrire, dovremmo farlo da squadra. Contro formazioni del genere ci saranno delle situazioni di difficoltà, è normale. Bisognerà fare l’esatto contrario di quanto fatto contro l’Inter in Supercoppa, quando siamo stati in balia degli avversari».
La Lazio è ottava in campionato ma Sarri vede una squadra in crescita dopo una partenza orribile che ha compromesso finora il cammino in campionato: «Negli ultimi due mesi stiamo viaggiando a due punti di media (29 in quindici gare, ndr) siamo in difficoltà perché abbiamo sbagliato la prima parte della stagione su tutte le partite contro Lecce Genoa e poi quella di Salerno. Errori pesanti che in campionato ancora stiamo pagando». Prosegue l’operazione leggerezza dopo settimane di tormenti per ridare entusiasmo a giocatori che stavano mostrando preoccupanti segnali di declino fisico e mentale: «Momenti di pesantezza vengono fuori inevitabilmente, soprattutto quando lavori per 3-4 anni con lo stesso allenatore. Non bisognerebbe mai scordarsi che noi facciamo un gioco, e il gioco si fa divertendosi. Non parlo di diventare superficiali, penso che bisogna tornare ad avere il senso del divertimento in campo con tutte le responsabilità che ci dobbiamo assumere. Se si spegne il bambino anche l'adulto rende meno e fa divertire meno chi lo segue».
Dal punto di vista tattico nessuna deroga al 4-3-3, lo spartito non si cambia nemmeno contro avversari come i tedeschi, secondi in Bundesliga dopo anni di trionfi: «Se gli dico di giocare con entusiasmo e poi gli vado a mettere un difensore in più, non sono credibile neanche con i giocatori. Facciamo la nostra partita, senza secondi pensieri. Poi sarà il campo a farci giocare in modo diverso rispetto a quello che vorremmo fare, ma lasciamo che sia il campo a farlo». Così come è impensabile pensare uno spostamento di Luis Alberto nella linea degli attaccanti per dare più equilibrio alla squadra: «Lui è il nostro centrocampista più offensivo – chiarisce - viene più in basso a prendere la palla, gli piace molto giocare così. Il trequartista che voglio io non lo può fare Luis, voglio uno che attacca gli spazi». Appuntamento all’Olimpico per volare «là dove osano le aquile»: la Lazio vuole provarci nonostante le difficoltà, i tifosi ci credono e stavolta pure Sarrisi aspetta una prova super dal suo gruppo nella notte di San Valentino. Il Tempo