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Si ripartirà dall'Europa League il prossimo anno, stavolta è questo il miracolo. Dal secondo posto al settimo, certificato da 61 punti, 18 conquistati in 9 gare da Tudor, subentrato a Sarri lo scorso 18 marzo: «Per me è un grandissimo risultato». Solo perché in effetti si rischiava non solo di finire sotto la Roma, ma molto peggio. Era successo con Delio Rossi, poi con Pioli e Simone Inzaghi, accade di nuovo dopo aver conquistato la Champions. Sali e scendi, ormai è una costante dell'era Lotito, furioso quanto il pubblico (già aveva condiviso i fischi col Cagliari all'Olimpico) per l'atteggiamento mogio della squadra in questa stagione fino all'ultima giornata con il Sassuolo: 22 punti persi da una situazione di vantaggio. Ecco perché la rifondazione della Lazio adesso diventa un obbligo, ma vanno sciolti in questa settimana diversi nodi prima di un nuovo incontro decisivo con Tudor. L'unico reale vertice con Lotito e Fabiani si è consumato domenica dopo pranzo, alle 15 in ritiro a Formello, poi Igor è partito subito: «Ho parlato un po' con la società e parleremo ancora per costruire la squadra migliore possibile in ogni reparto. Io mi sono adattato, ora la rosa va adattata al mio calcio. Io indico la strada, voglio giocatori forti l'ultimo messaggio lanciato dalla pancia dell'Olimpico - e il presidente sembra intenzionato ad allestire un bell'organico». Come Sarri, l'allenatore croato rivendica un ruolo centrale nelle scelte, ma Lotito ha sempre precisato: «La società fa il mercato». Servirà un "compromesso" fra le parti per non far scattare l'ennesimo cortocircuito. Tudor attende le mosse, il club gli chiede maggiore flessibilità, il suo gelido metodo viene poco digerito dentro lo spogliatoio: «Per me il ritiro è serrato tutto l'anno». E infatti anche nel breve soggiorno ad Auronzo avrebbe voluto nascondere i suoi schemi ai media e al tifo.

Lazio, INDICE DI LIQUIDITÀ RISOLTO

Ha fissato le date dall'11 al 22 luglio, tre amichevoli, per il rinnovo ci sarà tempo: «Non mi cambia nulla avere un anno o tre», ha giurato Tudor. E Lotito sembra strategicamente d'accordo: «Il tecnico ha un contratto fino al 30 giugno 2025, non c'è quindi nessuna urgenza di prolungarlo». Il patron dovrà accontentarlo sui rinforzi per non fargli fare passi indietro, il problema dell'indice di liquidità è già stato risolto: «Il 31 maggio vi accorgerete quanto sta bene la Lazio, in attivo di 35 milioni. Quello è un paletto stupido inserito dalla Figc. Tutti i lavori dell'Academy a Formello sono stati già pagati e coperti con i soldi della società, non facendo mutui o debiti come fanno altri club. Ecco perché si è abbassato l'indice di liquidità, un limite provvisorio che dura 8 mesi, a cui ho sempre posto rimedio di tasca mia per pagare stipendi e tutto il resto. Chi invece accumula debiti per 10 anni - e c'è chi ne ha per 550 milioni - non intacca la contabilità e paga solo multe, quando nemmeno si dovrebbe iscrivere al campionato. Un paradosso assoluto». La realtà è spesso diversa da ciò che appare all'esterno: «È stato fatto girare un video in Parlamento dove sembrava che io dormissi. In realtà avevo solo gli occhi chiusi mentre parlava De Laurentiis. Guarda caso appena finito il discorso, ho preso parola e sono intervenuto contro la Giustizia Sportiva. Vengono creati casi ad arte per delegittimarmi, perché da anni porto avanti le battaglie nel calcio. Si parla tanto dello sponsor per aumentare ricavi, ma non dimenticate che la Lazio lo aveva trovato prima che arrivasse il veto sulle agenzie del Betting ed è il caso di tornare indietro». 

Il Messaggero

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