Notti d'Europa, notti di campioni. Sullo Stadio Olimpico torna ad alzarsi il sipario della Champions League, le grandi stelle di nuovo in passerella sotto il cielo della Città Eterna. E si parte subito col piatto migliore: la Lazio che sfida l'Atletico Madrid, le due favorite del Girone E immediatamente una contro l'altra. Sarri spera che una serata di gala come questa possa offrire la svolta decisiva a una formazione sconfitta tre volte su quattro partite di cam- pionato. Ma è un primo esame difficilissimo per i biancocelesti, che torneranno sul palco- scenico europeo più importante due anni e mezzo dopo l'eliminazione agli ottavi di finale per mano del Bayern Monaco.

Una vigilia talmente unica, quella di ieri, che è stata capace di azzerare anche gli strascichi polemici dello Juventus Stadium. Il silenzio stampa deciso sabato sera, in chiara protesta per le decisioni di Maresca, ha lasciato spazio (anche per obblighi Uefa) all'adrenalina e all'orgoglio di chi, come la Lazio, è pronta a godersi questa serata come il giusto premio per la stagione scorsa: «La partita di Torino la società ci ha chiesto di non commentarla e noi seguiamo le indicazioni», è stato il primo chiarimento di Sarri in conferenza stampa. «La Champions è un'altra storia, è la competizione di club più importante, un onore e un piacere esserci dentro, come deve esserlo combattere su ogni palla per fare il massimo. I ragazzi hanno lottato per due anni per questa partita. Basterebbe pensare solo ai sacrifici fatti». No, stavolta al tecnico non è servito lavorare sulla tanto discussa “cilindrata mentale” di questa squadra, sempre sulle montagne russe in mancanza di continuità ed equilibrio: «Mi dispiace che stiamo subendo gol in situazioni facilmente evitabili, anche quando siamo disposti bene. Questo mi fa rabbia, ma giochiamo con l'Atletico e serve un segnale. Se sia il migliore o il peggiore avversario ora non lo so, i risultati non sono positivi, dovrebbe essere teoricamente un brutto momento per noi, ma non dobbiamo pensare a questo. Vincere sarebbe importante anche in ottica qualificazione».

Quella con Simeone sarà, per di più, una lotta tra filosofie opposte, discusse e divisive: «In una conferenza stampa a Napoli dissi che pensavo il calcio in un modo differente da lui, ma ho sempre avuto una grande stima di Simeone che ha fatto benissimo ovunque». Sarri ha passato la notte pensando a come risolvere i due dubbi di formazione: l’unico cambio potrebbe essere Guendouzi da schiarare al posto di Kamada. Anche se in difesa rischia Casale, con la tentazione Patric dal primo minuto. Poche riserve invece su Luis Alberto, trascinatore pure in questo buio tunnel di risultati: «Ma è la rosa più completa con cui abbia mai giocato qui - ha rivelato lo spagnolo -. Altri anni abbiamo fatto bene, ma ci mancava qualcosina. Oggi serve più cattiveria, con la Juventus abbiamo preso due gol che neanche una squadra di quinta categoria può prendere. Dobbiamo metterci personalità, ma stiamo giocando bene, ci serve solo vincere qualche partita per trovare fiducia». Si riduce tutto all’essenzialità della vittoria. Che in una notte del genere però fa tutta la differenza del mondo. TuttoSport/Francesco Tringali

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