È già il momento delle riflessioni per la Lazio dopo l’ennesima prestazione sottotono. La squadra sembra smarrita e soprattutto disunita, sensazione confermata dalle dichiarazioni di Sarri: «Bisogna valutare cosa c’è che non va nel nostro ambiente». Il tecnico ha poi corretto il tiro: «A livello di applicazione i ragazzi ci sono quindi non penso che qualcuno stia remando contro». Eppure col Monza il blocco unico della passata stagione è sembrato un miraggio, per questo lo sfogo dell’allenatore lascia qualche interrogativo. La vera forza della Lazio arrivata seconda in classifica era la capacità di viaggiare tutti verso la stessa direzione, invece dopo le prime sei partite ufficiali di questo 2023-24 la squadra pare divisa in due blocchi. Da una parte c’è chi gioca sempre, dall’altra gli scontenti reduci da poche occasioni. Effettivamente questo è il destino di ogni allenatore, ma se lo scorso anno Sarri era stato un maestro nella gestione del gruppo, ora, oltre al trend di risultati negativi da invertire, ha pure diverse grane individuali da risolvere. Per il terzo anno al Comandante non sta piacendo l’atteggiamento di Lazzari. Il terzino ha mal digerito l’esclusione in Champions, ma era sicuro di avere la sua occasione col Monza. Sarri invece ha schierato di nuovo Marusic e nel finale ha scelto Pellegrini, lasciando l’ex Spal in panchina per la terza gara di fila in Serie A. Una decisione che ha fatto ulteriormente innervosire il terzino, convocato ieri dalla società per qualche atteggiamento fuori posto: il calciatore rischia provvedimenti a lungo termine, se non si ravvederà subito.  Non è un caso Castellanos, ma i 35 minuti da subentrato sono davvero pochi per un giocatore pagato 19 milioni compresi i bonus. E infatti Lotito è furioso con Sarri per lo scarso utilizzo uno che aveva definito un «fenomeno, pagato un botto». Il ds Fabiani ha promesso che si parlerà molto di lui eppure nonostante la forma precaria di Immobile l’argentino non è mai stato preso in considerazione. MUSI LUNGHI - Sarri lo vede come un vero e proprio doppione di Ciro, ma il problema è che tatticamente è ancora indietro secondo il tecnico. Non servono ripetizioni invece a Pedro, ma l’esterno tra i dolori alla caviglia e il richiamo di casa è un altro con i mal di pancia, confermati di recente dal presidente del Tenerife, Paulino Rivero: «Vogliamo che Pedro venga e viceversa. Al momento c’è un legame e posso dire che siamo stati in contatto». Gila è ancora inutilizzato. Chiude la lista Basic, spesso col muso lungo sebbene sapesse da tempo i piani di Sarri per lui, mentre Vecino per ora è stato recuperato dopo che si era accordato col Galatasaray per il poco spazio che gli si prefissava con gli arrivi di Kamada e Guendouzi. Risollevare gli animi di tutti sarà difficile, ma determinante per la «lenta risalita» auspicata da Sarri. Il Messaggero/Valerio Marcangeli

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