Vecino l'ha ripresa. E la Lazio torna a ruggire anche in campionato. Gasperini deve arrendersi nonostante una doppia rimonta confezionata a cavallo dei due tempi, mancando ancora nell’acuto decisivo dentro uno scontro diretto in ottica quarto posto. Il passo da gigante è tutto di Sarri, fine scacchista e vincente di nuovo grazie alla sua panchina. Vecino si alza e fa 3-2, mettendo il punto a una partita sviluppata da entrambe in stile Premier League.

Con l’onda d’urto laziale a trovare sfogo in una prima mezz’ora travolgente, infilando una Dea che non ha neppure il tempo di reagire. Proprio come De Ketelaere, sfortunato dopo cinque minuti a vedersi carambolare il pallone prima sulla pancia e poi all’interno della propria porta. Un impatto alla gara dirompente degli uomini di Sarri, feroci nel pressing e pimpanti come mai si era visto in questa prima parte di stagione. Anche l’uscita è sempre fluida, decisamente troppo considerando le responsabilità di un’Atalanta in affanno senza la fisicità di Koopmeiners, risucchiato dal turnver di Gasperini in favore di Pasalic (scelta poi corretta all’intervallo).

Ma è anche vero che alla Lazio è riuscito praticamente tutto, vedesi il doppio vantaggio costruito palla al piede e in ripartenza, coinvolgendo l’intero tridente fino all’imbucata per Castellanos, bravo ad aggredire con cattiveria il suo primo gol stagionale. La Lazio da lì in poi rifiata, permettendo all’Atalanta di riordinare le idee e costruire la controffensiva con gli esterni e la solita densità in area avversaria. Strategia vincente per tornare in corsa: perché se l’incornata di Pasalic è fuori misura, quella di Ederson è perfetta per battere Provedel e risollevarsi dal solito avvio shock.

Modus operandi identico nel secondo tempo, approfittando di una Lazio calata nei ritmi del palleggio e nell’intensità del pressing. Nasce così la grande libertà di cui gode Koopmeiners per pensare e pennellare sulla testa di Kolasinac quel gol del pareggio che convince Sarri a rivoluzionare il suo centrocampo. Da qui la mossa di rinunciare a Luis Alberto per Vecino. L’Olimpico non avrà neanche il tempo di discutere la correttezza o meno della scelta che l’uruguaiano, imbeccato dal colpo di testa di Castellanos (gara gigantesca la sua), controlla e la mette nell’angolo alto. «Avere a disposizione Vecino è un assegno circolare - sarà l’elogio di Sarri a fine gara -. Può avere un mese in cui cala di condizione ma negli altri nove ci puoi fare affidamento. Abbiamo fatto i primi 25-30 minuti su livelli elevatissimi con il rammarico di non aver chiuso la gara. Dispiace aver preso il gol del 2-2 in un momento in cui sembrava tutto sotto controllo. I ritmi della prima mezz’ora non erano ripetibili, per fortuna i ricambi ci hanno dato vitalità e abbiamo fatto gli ultimi 20 minuti di buon livello».

Quei cambi che invece hanno tradito Gasperini, durissimo alla fine con Lookman: «È stata la nota stonata della giornata, mi è sembrato un po’ seccato dall’esclusione. Quasi come il dover entrare per lui sia una cosa da non accettare. Abbiamo compromesso la partita nei primi 15’, è un tallone d’Achille che ci portiamo dietro da tempo. Alcuni hanno fatto una prestazione valida, qualcun altro meno buona, l’unica cosa che non ci possiamo permettere è avere giocatori non attivi. Non era banale rimontare due gol alla Lazio, peccato perché la rimonta aveva messo dei buoni presupposti». Annullati, ancora nel finale, da una Lazio che risorge. TuttoSport/Francesco Tringali

La Repubblica | Lazio, torna il Sarrismo
Il Messaggero | Lazio, la gioia di Taty. Lotito: "E ora che si dice del mercato?"