Christian Brocchi
Christian Brocchi - Depositphotos

Tanti sono gli ex giocatori della Lazio rimasti con il cuore biancoceleste dopo l'esperienza nella Prima Squadra della Capitale, tra questi non può assolutamente non presenziare Christan Brocchi che ha Roma ha scritto bellissime pagine del club biancoceleste alzando al cielo anche svariati trofei.

Lo stesso Cristian Brocchi ha rilasciato un intervista per il canale youtube di The Squad, parlando della sua carriera nella Lazio soffermandosi sui vari aneddoti che gli sono capitati.

Il fallo di Matuzalem

Bisogna smentire questa cosa: molti pensano che abbia chiuso la carriera per colpa di Matuzalem, ma non è assolutamente vero: mi ha fatto un’entrata brutta, che non si deve fare, ma non ho smesso per quello. Nell’ultimo anno mi sono fatto male a un piede in maniera grave, non mi sorreggeva più. Siccome sono uno che non molla, non accettavo di chiudere così la mia carriera e ho fatto di tutto per recuperare, la società mi ha anche prolungato il contratto… per me la squadra era davanti ai miei problemi, ma la verità è che non riuscivo più a giocare.

Romagnoli

Romagnoli fa un passaggio di carriera che ho fatto anche io. Per lui è stato più facile, romano e laziale, io lo avevo fatto perché volevo vincere con una maglia diversa rispetto al Milan. Ho avuto la possibilità di andare e ho detto “Vado”, rinunciando a soldi e vita privata a casa. Non mi avrebbero mai mandato via, ma io per orgoglio… la situazione con Romagnoli è un po' diversa da questo punto di vista: lui è tornato a casa, si sente a casa, è molto felice di stare lì. Invece io i primi tempi alla Lazio sono stato malissimo.

Lazio-Genoa

 

Gli inizi

Nato e cresciuto a Milano, a San Siro quando finisce la partita, anche la più importante, esci dallo stadio e poi finisce lì e riprendi la tua vita. Roma è un ambiente completamente diverso, tifosi diversi proprio nella gestione della cosa… io ho fatto fatica all’inizio. Poi anche integrarmi in un gruppo che aveva avuto delle problematiche: molti li avevano mandati via, io ero un nuovo acquisto e quindi non ero stato subito ben visto all'inizio da una parte dello spogliatoio perché avevano mandato via degli amici, ma ovviamente non per colpa mia. Ci ho messo qualche mese a integrarmi, diciamo che fino a gennaio non vedevo l’ora arrivasse la domenica per la partita e poi tornare a Milano un giorno e mezzo

La chiamata con Tare

A gennaio una chiamata con Tare ha cambiato tutto, gli avevo detto che volevo andare via, ma abbiamo parlato tanto: “Sei venuto qua per vincere e vuoi andare via perdente?”, da lì ho svoltato, a maggio abbiamo vinto la Coppa Italia e ad agosto la Supercoppa contro l’Inter del triplete. Non mi sono mai pentito della mia scelta di andare alla Lazio

 

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