Intervenuto sui canali ufficiali della Lazio, Massimo Maestrelli, figlio del leggendario allenatore Tommaso, ha presentato il film “Maestro, il calcio a colori di Tommaso Maestrelli”, che verrà proiettato venerdì 25 ottobre alle 21:00 al Teatro Olimpico di Roma all'interno del programma del Festival del Cinema. Massimo, nel ripercorrere la storia del padre, ha espresso tutta la sua gioia e il profondo coinvolgimento emotivo in questo progetto. Il film, ha spiegato, emozionerà il pubblico raccontando la vita di suo padre, non solo come allenatore, ma come un uomo autentico. Di seguito le sue parole:

Maestrelli
Tommaso Maestrelli

Il film è stato visto dalla giuria e, oltre a essere apprezzato, è stato accettato per partecipare al festival. Vedere babbo vicino a mostri sacri come Mastroianni o statisti come Berlinguer è una cosa che fa strano. Sembrerebbe che babbo sia stato un uomo di sport, una persona sì importante per la storia della Lazio, però, per chi andrà a vederlo, capirà come nasce babbo, come nasce quello scudetto, il fatto che a 22 anni in guerra gli danno la responsabilità di 360 soldati, è lì che si comincia a formare da allenatore.

Sulla semplicità di Maestrelli-allenatore

Lui era una persona semplice. Era la stessa che retrocedette a Foggia rispetto a quando vinse lo scudetto, rimase uomo, quell'uomo che l'aveva portato avanti per tanti anni. La cosa bella è che poi, accanto a questa avventura, ci sia la Lazio dietro. Io ho portato avanti questo progetto, ho trovato dei partner meravigliosi, però come per la serie su Sky, che ha raggiunto 1 milione, c'è la Lazio accanto come partner. E questa è la cosa più bella. Non l'ho fatto io ma abbiamo messo una serie di forze, e non poteva mancare quella della Lazio che a me fa estremamente piacere. Venerdì sera sera saremo tutti lì, ho sentito che ci sarà anche qualche giocatore, verrà il presidente, la moglie, il figlio, sarà una serata speciale. Sarà ancora più bello la domenica a ora di pranzo perché portare un figlio, fargli vedere la storia prima di Lazio-Genoa, o portare il papà a vedere il film alle 12:00 e poi incamminarsi, attraversare il ponte e andare all'Olimpico, io penso che dia una grande energia.

La figura di Maestrelli viene tramandata di generazione in generazione

Mio figlio Niccolò ha l'abbonamento in curva da qualche anno, lui vive la domenica in curva. Ogni tanto gli dico di venire con me in tribuna e lui mi risponde “ma stai scherzando?”, non è più un ragazzino. Però mi racconta che c'è tanto affetto quando qualcuno lo riconosce, lo guardano e rimangono un po' stupiti. Mi ha parlato un signore di settant'anni che ha vissuto quel periodo e mi ha detto “Non sai quante domeniche di felicità mi ha regalato tuo padre”. 

Sulla Lazio del '74

Non dimentichiamoci che quella Lazio non aveva avuto grandi successi prima del ‘74, quindi non c’era aspettativa, attesa, nulla. Si viveva di valori, tifo, però nessuno mai poteva pensare che quella squadra poteva vincere lo scudetto. 

Il metro di paragone, quando un allenatore della Lazio fa bene, è sempre Maestrelli

Io mi affeziono agli allenatori, a tutti gli allenatori della Lazio mi sono affezionato tanto. Anche io cerco di vedere in ognuno di loro qualcosa di babbo, che me lo facessero rivivere. Non è solo l'accostamento che fanno gli altri, però anche io cerco di legarmi a loro.

C'è questa idea di intitolare a Maestrelli il nuovo Flaminio, se il progetto si concretizzasse

Sarebbe una cosa bellissima. Apparte che sarebbe bellissimo il Flaminio, ma io credo che con le capacità, con l'intuito e la determinazione di Lotito lui riesca a farlo, io penso che lui sia uno degli unici uomini in grado di fare questo progetto sinceramente. Però sarebbe molto bello accostarlo al nome di babbo e dico la verità, mi piacerebbe che fosse accostato anche al nome di Sven Goran Eriksson perché è stato un uomo eccezionale, l'allenatore della più grande squadra della storia della storia della Lazio, e vederlo girare l'Olimpico poco prima che mancasse è stato forse uno dei momenti più toccanti in assoluto che un tifoso possa aver provato, dieci giorni dopo che sono stati festeggiati i 50 anni dello scudetto. Babbo sarebbe felicissimo, quando è morto io nella mia testa da ragazzino ero convinto che da lì a qualche anno finisse tutto. A casa pensavamo che la cosa sfumasse da lì a pochi anni, invece questo ricordo è vivo. Io penso che babbo abbia fatto più da morto che da vivo, tutto quello che è stato fatto per lui è una grandissima riconoscenza e il Flaminio sarebbe un tassello in più. Io penso che si possa fare, poi se ci sarà la sensibilità, la voglia e la possibilità di farla, sarà una cosa stupenda. 

Ricordo vivo di Tommaso Maestrelli 

Io ho una grandissima fortuna, sogno spessissimo mio padre e Maurizio, a volte dico che il momento più bello della giornata è la notte perché mi ricongiungo a loro. Soprattutto in questo periodo, in preparazione del film, sto sognando tutti i giorni, ieri mamma, papà tre giorni fa, Maurizio questa notte. I sogni mi aiutano a viverli come fossero qui con me, e sono sicuro che sia venerdì che domenica mi staranno accanto tutti quanti per vedere questo bellissimo film. 

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