Lazio, nessun colpevole tutti responsabili
Nessun colpevole. Tutti responsabili. Questo è il paradosso della situazione attuale della Lazio dopo 7 giornate di campionato e due di Europa League. Nove partite giocate, risultati altalenanti. I freddi numeri delle statistiche indicano che i biancocelesti hanno gli stessi punti in Serie A dello scorso anno, 11. Nel 2020 in Champions c'era il Borussia Dortmund ed il Brugge da affrontare prima della pausa, in questa stagione Galatasaray e Lokomotiv Mosca: non c'è stata una big come lo sono i tedeschi, ma il livello medio è sicuramente in linea con l'Europa che conta, anche se quest'anno il club biancoceleste milita in Europa League.
Anche le avversarie in campionato erano state tendenzialmente le stesse, con una sconfitta pesante che con Sarri è avvenuta con il Bologna, mentre con Inzaghi contro la Sampdoria. Inutile fare paragoni, questo è ovvio: l'attuale tecnico dell'Inter veniva da un ciclo finito ma da cinque anni di lavoro con un gruppo. Sarri è appena arrivato da pochi mesi, non ha potuto lavorare questa estate con tutti gli uomini a disposizione e assimilare le sue idee di gioco non è affatto semplice.
Per questo motivo nessuno è colpevole, ma tutti sono responsabili. Perché se l'alibi della novità del sistema di gioco è sicuramente valida, dall'altra parte non lo è un atteggiamento mentale che più volte si è visto in questa stagione. L'ultima 'sciocchezza' è stata quella di Francesco Acerbi che si è fatto espellere in modo totalmente inutile prima di una importante partita di campionato. Un match fondamentale non solo dal punto di vista puramente tecnico e di classifica, ma soprattutto emotivo. Inzaghi è il passato ormai, è vero, ma dimenticare 20 anni di storia insieme non può essere fatto con un semplice schiocco di dita. E si affronterà una squadra che lotta per lo Scudetto e che in questo inizio di stagione è la più in forma.
Tornando al nostro 'paradosso', i calciatori devono necessariamente trovare, in questi quindici giorni di pausa, la quadratura del cerchio. Maurizio Sarri si è riunito con loro, in uno spogliatoio blindato, per un faccia a faccia dopo la sconfitta di Bologna. Dove non ci si arriva con la tenuta fisica e con il gioco, serve la forza del gruppo ed una mentalità vincente. L'allenatore arrivato alla Lazio è una figura importante come non se ne vedevano da anni in biancoceleste, l'occasione non va assolutamente persa. E la società, dal canto suo, a gennaio dovrà per forza di cose aiutare l'allenatore, a prescindere dai risultati: innesti che vadano a coprire il reparto difensivo, l'arma più debole vista finora e poi trovare un sostituto di Ciro Immobile, del quale la Lazio, in questo momento, sembra non poterne fare a meno.