Il primo approccio alla Scozia è stato da dimenticare. E in un periodo in cui gira tutto male, alla Lazio, aspettare oltre un’ora trincerata in aeroporto, alle prese con i controlli imposti dopo la Brexit, non è stato di certo il massimo (e Sarri è tornato sul calendario: «Se continua così, smetterò di allenare: è un calcio che non mi diverte»).

Fortunatamente c’è la Champions League, cambiare latitudini magari farà bene a una squadra in crisi di risultati e alle prese con inevitabili turbolenze interne. All’ora di cena di ieri è andato in scena il primo approccio della Lazio con un Celtic Park deserto e innocuo, prima di presentarsi davanti alla stampa con i suoi due uomini maggiormente chiacchierati: tecnico e capitano. E se Immobile sorride, stempera la tensione e allontana le critiche, Sarri è visibilmente arrabbiato e non fa nulla per nasconderlo: «La strumentalizzazione di riportare solo alcune parole e non tutte, ecco questo mi dà fastidio. Ma ora è offensivo parlare di altro, pensiamo alla Champions. Qui dici otto parole, ne estrapolano due. La prossima volta dirò solo sì e no».

Le sue dichiarazioni (dopo il ko col Milan) sulla rosa e su un mercato non completamente in linea con i suoi piani, hanno aperto un dibattito da cui il tecnico ha voluto subito sfilarsi, riportando l’attenzione sulla notte di Glasgow: «Non voglio sentir parlare di partita del riscatto perché questa è un’altra storia. Siamo in Champions, qui non c’è da riscattare nulla dopo il pareggio con l’Atletico Madrid. Vogliamo fare il risultato e non cerchiamo storie e motivazioni. Le motivazioni sono dentro la partita perché giochiamo la Champions con le squadre più forti. Possiamo arrivare anche alla sesta partita, non c’è altro».

Sarri non mette in dubbio la fedeltà e l’applicazione della sua squadra: «Non c’è più alcun germe, nonostante i risultati. Siamo in un momento con un bel clima e un bell’atteggiamento nel gruppo. Ci fa essere fiduciosi, ma anche preoccupati perché non riusciamo a capire cosa sia successo. La mia idea ce l’ho, non la dico a voi ma ai miei giocatori sì». È consapevole dei rischi, proprio per questo non ha ancora in mente una formazione definitiva. Tra i big potrebbero riposare Romagnoli e Zaccagni, difficilmente Mau rinuncerà a un impiegatissimo Luis Alberto.

Di sicuro torna Immobile dal primo minuto, bomber per la prima volta in discussione: «Mi fido dei miei compagni e di quello che mi hanno sempre dimostrato. La differenza sono i gol, sono sempre allo stesso livello della Scarpa d’oro. Quando le occasioni torneranno, torneranno anche i gol. Ne ho fatti tantissimi e ho passato anche momenti di digiuno, ma con l’aiuto della squadra ne sono venuto fuori». Il capitano fa scudo alle critiche, risponde col sorriso promettendo unione e imminente riscatto: «Pensavamo di poter fare un inizio diverso per il ritiro che abbiamo fatto. Ci stiamo portando le scorie dalla sconfitta di Lecce, vincevamo e d’improvviso ci siamo ritrovati sotto. Con il Genoa avremmo meritato di più. Ogni partita comunque ci può dare la scossa per ritrovarci». Ripartire dalla Scozia, magari con un piglio diverso rispetto a un arrivo a Glasgow già complicato per troppi fattori. TuttoSport/Francesco Tringali

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