Tra i protagonisti della collaborazione tra la Serie A e l'Italian Trade Agency, agenzia italiana per la promozione all'estero del brand MadeInItaly, emerge la figura di Felipe Anderson. In un video diffuso dalla Lega Serie A sui propri canali social, l'esterno brasiliano della Lazio è stato intervistato mentre passeggia per le strade della Capitale, dove ha voluto condividere il suo legame speciale con l'Italia, l'orgoglio di vivere in una città come Roma e, nonostante il probabile addio a fine anno, il rapporto straordinario con il club biancoceleste. Di seguito le sue parole:

"Nella zona in cui viviamo ci sono molti sostenitori della Lazio. Ovunque andiamo sono tutti tifosi laziali, anche in città si vedono simboli connessi alla Lazio, fa parte della zona dove abitiamo, fino allo stadio dove riviviamo quel calore. E' come se a Roma non ci fosse modo di non respirare il calcio 24 ore su 24. Passa sempre qualcuno che ti dice 'Dai Felipe! Forza Lazio!'. Per me è un piacere questo, essere riconosciuto come un giocatore di talento, questo è quello che amiamo noi calciatori. Per questo vedere simboli del club ovunque è gratificante. Quando vengono i miei familiari gli faccio fare sempre un tour di Roma per fargli conoscere la storia, penso di aver visto ogni monumento almeno dieci volte. E' piacevole, pieno di storia. ogni monumento è pieno di storia, per questo anche se lo vedi tante volte sprizza sempre bellezza e grandiosità. Tutti i luoghi sono speciali., i miei familiari sono emozionati e strabiliati dal fatto che noi viviamo qua, ma si chiedono anche perché non abitiamo lì vicino o non stiamo sempre in mezzo alla città. Se dovessi descrivere Roma, direi che è come un museo in cui ogni angolo ha la sua personalità, come un film pieno di storia. Qualsiasi cosa guardi è magnifico.

Sono arrivato qui molto giovane, so di aver costruito una pagina di storia del calcio e credo che con la Lazio stiamo lavorando per un grande obiettivo. Siamo sul percorso giusto, così come mia moglie con cui mi sono sposato qui e sempre qui è nata mia figlia. La mia vita è segnata dalla città di Roma e dalla Lazio, con cui ho vissuto momenti meravigliosi da essere umano, uomo. Le mie più grandi gioie sono state qui.

Quando ero più piccolo non avevamo internet, non c'erano tante notizie e non potevamo viaggiare al di fuori del Brasile. A volte però vedevamo qualche telenovela o film italiano e ci dicevamo quanto fosse bello come paese, con tutta quella cultura e ci promettevamo che l'avremmo visitata. Nel contesto calcistico, quando ero quasi adolescente il campionato italiano veniva trasmesso in Brasile e c'erano tanti grandi giocatori brasiliani che hanno segnato la storia delle grandi squadre italiane, quindi l'ho sempre seguito vedendolo come la grande elite del calcio mondiale e sognando di giocarci.

Penso che la storia dell'Italia ha sempre avuto un ruolo importante nella vita dei suoi cittadini. Gli italiani hanno sempre avuto una mentalità molto aperta e credo che questo abbia aiutato la ricerca scientifica a diventare una risorsa principale nella nazione e nel servizio sanitario internazionale. Penso che sia molto importante e sono molto orgoglioso di vivere in un paese così impegnato nel sostenere il servizio sanitario e la ricerca dei dati. Ogni giorno noi calciatori dobbiamo sollecitare sempre di più la scienza, dato il bisogno di velocizzare il nostro recupero fisico per essere disponibili, allenarci, per giocare bene tutte le partite. Abbiamo bisogno di appellarci alla scienza grazie a programmi di recupero e apparecchi che rilevano livelli di stanchezza. Non possiamo farne a meno, è uno sport sempre più competitivo, fisico e con meno tempi di preparazione. La scienza ci aiuta molto, mi piace soprattutto l'approccio molto naturale, ma arriva sempre il momento in cui abbiamo bisogno dell'apporto scientifico per capire come funziona il nostro corpo". 

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