La Repubblica | Sarri, la ricetta anti-Feyenoord
«Ci vuole faccia una bella faccia tosta» dice Sarri mettendo piede al De Kuip, lo stadio dove l’anno scorso «ci tirarono il piscio addosso» e dove adesso volevano stendergli uno striscione di accoglienza non proprio amichevole. La Uefa lo ha impedito, benché gli ultrà olandesi avessero garantito che i contenuti sarebbero stati ironici. «Meglio che offendano piuttosto che tirino il piscio, comunque», è l’unghiata del Comandante, che sa che questa partita non è soltanto un fatto tecnico ma qualcosa di più. Per quello invoca la faccia tosta e contesta la decisione di impedire la trasferta ai tifosi laziali: «Quando si pagano le forze dell’ordine perché mantengano l’or- dine e poi vengono prese queste decisioni, mi chiedo perché le si paghino. Le responsabilità sono individuali: se uno sbaglia, gli si danno 5 anni di daspo e stop. Che significato abbia vietare una trasferta a una famiglia non lo riesco a capire, ma d’altronde ne ho appena vista vietare una nella serie D toscana». Sarri, va detto, era un poco nervoso perché anche a Rotterdam, come a Glasgow, la Lazio è atterrata con un’ora e mezza di ritardo (colpa, questa volta, della pioggia su Roma), costringendo il club a rivedere programmi e orari.
«Ma parliamo di calcio». Parliamone. Il Feyenoord è una squadra forte, molto forte. «Non ha nulla di meno dell’Atletico, segna con continuità pazzesca, e da quando lo battemmo l’anno scorso non ha perso quasi mai. Già la stagione passata era una formazione difficile da affrontare, adesso mi sembra abbia ancora qualcosa di più». Perciò serve la faccia tosta: perché gli olandesi corrono (e provocano), perché sarà una battaglia di nervi, più ancora che tattica. «Sappiamo quello che ci aspetta e che il presupposto per non soffrire ambiente e avversari sarà la personalità feroce». E la sua Lazio adesso ce l’ha, assicura: «In tanti danno la sensazione di poterla avere, la faccia tosta. Siamo in un momento in cui le scelte le posso fare con serenità, perché chi entra è affidabile come chi esce». Però è chiaro che la formazione di partenza rimane la scelta più importante. Immobile sembra pronto al rientro, ma sulla questione Sarri è stato evasivo. Ha buttato lì una frase a difesa di Ciro («Ce ne sono altri che devono tornare a segnare come prima, mica solo lui») ma non ha dato garanzie: forse pensa che la fisicità di Castellanos possa essere utile in partenza e la bravura del capitano negli spazi a larghi a partita in corso. Ma davvero il Comandante non sembra così tormentato: «Davvero, posso scegliere serenamente perché tutti mi danno affidabilità». E sta tornando affidabile pure la difesa, che sta recuperando gli standard (altissimi) della stagione passata. La spiegazione la dà Romagnoli: «Sappiamo di non aver fatto un grande lavoro finora, ma all’inizio i nostri errori dipendevano dalla mancanza di cattiveria: li abbiamo analizzati e chiariti. Il problema eravamo noi, semplicemente noi e basta». Bisognava ritrovare la faccia tosta, tutto lì. La Repubblica