Al party nessuno s’è ricordato di invitare Maurizio Sarri. E lui ha alzato il dito, facendolo notare: «È stato apparecchiato tutto per far festeggiare il Napoli, pensando che noi non vinceremo a San Siro. Invece proveremo a farlo». I conti, in effetti, sono stati fatti sulla Lazio ma non con la Lazio, che gioca una partita importante per sé e per tutti, visto il valore che la sfida all’Inter (Inzaghi si affiderà a Lukaku-Correa) ha in chiave Champions e per gli effetti almeno temporanei sullo scudetto. Se la Lazio espugnerà il Meazza, la festa del Maradona finirà ancora prima di cominciare, ma di certo nessuno potrà farne un colpa a Sarri, che in questi 33 anni di attesa è stato il più vicino a realizzare il capolavoro infine riuscito a Spalletti: nel 2018 perse il famoso scudetto in albergo proprio perché la Juve batté l’Inter a San Siro nella gara dei gol in extremis e della mancata espulsione di Pjanic, ma questo non è in alcun modo un déjà vu. Al massimo, una curiosa coincidenza: «Tanto il Napoli lo scudetto lo ha comunque già vinto e potrà festeggiare lo stesso». Festeggerà un poco anche lui, specialmente se potrà accompagnarlo sul podio. La Repubblica

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