Il Tempo | Leao stende la Lazio
Ora si fa dura. Troppo Milan, troppo Leao, la Lazio viene sbriciolata nella ripresa: finisce 2-0 con reti di Pulisic e Okafor dopo un primo tempo che aveva illuso. Ma questa sconclusionata squadra vista finora colleziona la quarta sconfitta in sette partite e resta in una posizione di classifica imbarazzante. Non è un caso che nelle ultime 33 partite nel San Siro rossonero fossero arrivate 21 sconfitte, 11 pareggi e una sola vittoria. Campo tabù, ora sono 22 i ko, questo meritato per quanto visto in campo con Sarri colpevole di non aver saputo cogliere gli stenti all’inizio del secondo tempo senza operare nessuna variazione su un tema che comincia a essere stucchevole. Possesso palla uguale ma il Milan segna e gioca bene, la Lazio si fa asfaltare senza che il suo allenatore sappia porre alcun rimedio.
Pioli recupera Maignan, dà un turno di riposo a Thiaw (gioca Kjaer), conferma Adli nel cuore del gioco e presenta di nuovo il tridente Pulisic, Giroud e Leao. Sarri sorprende tutti e presenta una Lazio inedita: se in difesa non ci sono novità con Marusic, Casale, Romagnoli (in maschera dopo la frattura al naso rimediata contro il Torino) e Hysaj, a centrocampo c’è la conferma di Rovella in regia con Luis Alberto e Guendouzi che ritrova la maglia da titolare dopo quella contro il Monza. Esordio dall’inizio anche per Castellanos con Immobile in panchina anche per un leggero problema fisico. Al lati del Taty ci sono Felipe Anderson e Zaccagni.
Primo tempo equilibrato con tante battaglie a centrocampo, molti falli e l’arbitro Massa che sceglie di fischiare poco senza ammonire nessuno. Felipe sbaglia il sinistro dopo una splendida ripartenza corale dei biancocelesti poi Reijnders non sfrutta una parata non perfetta di Provedel su girata di Giroud e non trova la porta a un metro dalla linea. Leao si accende a intermittenza ma, quando parte, fa paura. La Lazio, invece, sbaglia sempre l’ultimo passaggio in alcune ripartenze che potevano essere sfruttate meglio. L’infortunio muscolare di Loftus-Cheek costringe Pioli nel cuore della prima frazione al cambio forzato con Musah. Ripresa tutta rossonera: Leao prende il sopravvento, Theo comincia a martellare e così la Lazio va in apnea. La recita diventa un monologo dei padroni di casa con i biancocelesti a fare le vittime designate. Il gol al quarto d’ora di Pulisic sul solito assist di Leao è la logica conclusione di un dominio totale in tutte le zone del campo. Sarri assiste inerme e cambia qualcosa quando la partita è scappata via. Dentro Vecino e Kamada per Rovella e Guendouzi, Pioli inserisce Okafor, Pobega e Florenzi ma lo spartito sarriano prevede di rado la rimonta e soprattutto la variazione del modulo. Entrano anche Pedro e Immobile per Felipe e Castellanos e poco dopo Isaksen al posto di Zaccagni. Il danese sfiora un pari immeritato, poi Leao affonda e chiude il conto con il secondo assist della sua gara, stavolta per Okafor. Immobile nel recupero parte in fuorigioco e fa involontariamente annullare un gol bellissimo di Pedro. Che non avrebbe cambiato il senso di una partita che scava un solco troppo grande tra Milan e Lazio. Altro che secondo posto della passata stagione i biancocelesti devono cominciare a guardarsi le spalle per evitare guai peggiori. Mercoledì la trasferta di Glasgow contro il Celtic in una Champions che difficilmente la Lazio potrà rigiocare il prossimo anno. Il Tempo/Luigi Salomone