Alessandro Onorato, assessore allo Sport, Grandi Eventi, Moda e Turismo di Roma Capitale ha rilasciato un’intervista a Radio Roma Sound fm90 per fare il punto sullo stadio Flaminio. 

Di seguito alcuni estratti:


TRE PROPOSTE: ROMA NUOTO QUELLA PIU’ CONCRETA

“La situazione ha tre progettualità sull’area. La più concreta, non c’è dubbio, è quella della Roma Nuoto in quanto avevano già presentato un progetto alla passata amministrazione, al 30 giugno, servirà qualche giorno in più, capiremo se il progetto della cosiddetta Roma Nuoto, che è una capofila di una serie di aziende, possa avere un iter positivo dal punto di vista tecnico.
Parallelamente abbiamo sempre questa progettualità un po' mitologica da parte di Lotito della Lazio. Mitologica nel senso che al netto di un render visto dal sottoscritto, se la Lazio vuole presentare un progetto deve venire in Campidoglio e presentarlo al Sindaco e a tutti gli assessori coinvolti, non soltanto al sottoscritto, ma anche al mio collega all'urbanistica, alla mobilità, al patrimonio, al commercio, e qualora veramente volessero fare un investimento in quell'area si potrebbe aprire una conferenza dei servizi perché la legge prevede la possibilità che si possano anche fare conferenze dei servizi parallele. Poi c’è sempre la proposta di Cassa Depositi e Prestiti, che non è mai arrivata al momento ad una progettualità concreta”
Noi non faremo l’errore delle amministrazioni precedenti, noi vogliamo mettere la prima pietra e iniziare i lavori per la valorizzazione del Flaminio. Poi capiremo se ci sono degli investitori privati perché qualora questi investitori privati o per motivi tecnici, o per motivi economici, non ci sono, il Comune di Roma come ha riaperto il Palatiziano deve avere l'ambizione eventualmente di intervenire sul Flaminio”
 

SE NON SI CONCRETIZZANO PROPOSTE PRIVATE IL RECUPERO LO FARA’ IL COMUNE CON IL GOVERNO
 

“La prima pietra bisogna capire chi la mette, io posso avere una data. Se lei mi chiede ‘ma la Roma Nuoto, qualora la conferenza dei servizi andasse bene, che succede?’ Il dovere di un’amministrazione comunale è capire se è l'unico progetto in campo, se tecnicamente va bene noi dobbiamo salvaguardare i fondi e soldi dei cittadini. Se quel progetto tecnicamente va bene la giunta comunale potrebbe dire ok a quel progetto, perché dopo la conferenza dei servizi c’è una sorta di interesse pubblico che viene dato attraverso la giunta comunale, ma se quel progetto per esempio avesse dei problemi tecnici e non potesse essere realizzato, se la Lazio alla fine il progetto non lo concretizza, se Cassa Depositi e Prestiti alla fine non lo concretizza, potremmo valorizzare noi lo stadio Flaminio mettendo dei soldi noi, magari chiedendo al Governo dei fondi, io vorrei ricordare che lo abbiamo messo dentro al dossier degli europei 2032 che si terranno Italia e in Turchia. Dobbiamo capire se i soldi li mette il comune di Roma, quindi i cittadini romani, abbiamo un interesse non certo a fare uno stadio da 40mila posti, va bene pure da 25 mila posti riprendendo sotto le palestre, le piscine, l’area attorno creano un grande parco sportivo e poi vediamo chi ci va a giocare lì dentro facendo accordi con le federazioni dal rugby, al calcio, alla Roma calcio femminile, potremo vedere. Prima dobbiamo andare a capire nei prossimi mesi se questi investimenti privati sono concreti o no. Quindi Roma nuoto uno, Lazio due, Cassa Depositi e Prestiti tre”
 

NON PRENDIAMO LE PARTI DI NESSUNO 
 

“Ad oggi l’unica conferenza di servizi in atto e l'unico progetto presentato è solamente quello della Roma Nuoto e ripeto noi abbiamo un interesse: restituire alla città il Flaminio. Noi non prendiamo le parti, poi è evidente in una città polarizzato tra Roma e Lazio, nell'immaginario collettivo da sempre il Flaminio è immaginato da parte di tutti i tifosi come il tempio potenziale della Lazio, ma bisogna fare i conti con due realtà fondamentali: uno che la Lazio è una società privata quindi se vuole investire mette mano al portafoglio, fa un progetto esecutivo, lo presenta al comune e con tutte le autorità coinvolte, si vede se tecnicamente si può fare o no; non è che con i sogni si realizza uno stadio, perché oggi il Flaminio più che un sogno è un incubo. Sono passati 13 anni e tre amministrazioni comunali, anzi quattro, non sono state in grado di fare nulla”
 

PROCESSO PARTECIPATIVO DEI CITTADINI SE CI FOSSERO PIU’ PROPOSTE
 

“Io direi vediamo come finisce la conferenza dei servizi della Roma Nuoto, vediamo parallelamente se la Lazio fa sul serio o no, perché una cosa è fare un render e una cosa è portare un progetto esecutivo, e vediamo se Cassa Depositi e Prestiti fa passi concreti. Qualora per assurdo avessimo una abbondanza di progetti faremo tre conferenze dei servizi se tutte e tre sono favorevoli poi faremo un processo partecipativo con la cittadinanza, perché ricordiamo sempre che un’altra voce importante sono i cittadini, il quartiere della città con il quale confrontarci”
PIU’ CONFERENZE DI SERVIZI IN CONTEMPORANEA? PUO’ AVERE UN SENSO
“Io faccio l’assessore, lascio agli uffici svolgere il loro ruolo, la direzione dell'impiantistica mi assicura che la legge dello stato permette di fare conferenze dei servizi parallelamente, tanto che in altri impianti comunali si sta andando in questa direzione, dopo di che noi rispettiamo le norme e fare delle conferenze dei servizi parallele può avere un senso per capire quale può essere l’interesse migliore della comunità e soprattutto evitare che qualcuno possa dire che tu procedi per uno rispetto ad un altro”
 

PURTROPPO, NON C’E’ UNA CORSA PER IL FLAMINIO CI AUGURIAMO LO FACCIANO I PRIVATI
 

“Purtroppo non mi sembra ci sia una corsa per chi vuole fare lo stadio Flaminio, altrimenti lo avrebbero fatto anche in passato. Mi auguro che lo faccia un privato perché se lo fa un privato risparmiamo dei soldi pubblici che possiamo impegnare per riqualificare tanti impianti sportivi che ci hanno lasciato abbandonati perché Roma, con la giunta Gualtieri, ha fatto una scelta diversa da quanto ha fatto Firenze. Noi quando siamo arrivati avremmo potuto mettere 35 milioni di euro di fondi del PNRR sullo sport sullo stadio Flaminio come qualcuno ci suggeriva dalla passata amministrazione, invece quei soldi li abbiamo messi per rifare a Settecamini un impianto abbandonato che nessuno del mondo privato vuole fare, i fondi comunali, i fondi dei cittadini li dobbiamo utilizzare nei quartieri popolari dove il privato non arriva, se ci mettiamo a rifare con i soldi dei cittadini il Flaminio poi non ci meravigliamo se l'impiantistica romana soprattutto nei quartieri popolari è carente. Ci auguriamo che i privati facciano il Flaminio, se non lo fanno si aprirà una grande discussione pubblica, anche con il Governo, perché il Flaminio è uno stadio caratterizzato in chiave internazionale, non certo di quartiere”

SE DOVESSIMO FARLO NOI ABBIAMO GIA’ 7 MILIONI PER PROGETTAZIONE 
 

“Noi abbiamo vinto una causa con Sport e Salute su come è stato gestito in passato il Flaminio. Abbiamo vinto 7 milioni di euro, quindi volendo abbiamo già i soldi per la progettazione, poi capiamo qual è il costo e sarebbe un bene pubblico, non penso che ilGgoverno possa dirci no e sarei curioso di capire perché  Firenze si mettono soldi pubblici nazionali, a Venezia si mettono soldi pubblici nazionali, a Roma per il Flaminio non si mettono? Però questa discussione teniamocela tra qualche mese, entro la fine dell'anno, se non ci sono state soluzioni” 
 

NON POSSIAMO ASPETTARE ETERNAMENTE LOTITO
 

“Se so quando Lotito presenterà il progetto? Io credo che Lotito non abbia bisogno di portavoce e penso che se uno fa il portavoce di Lotito proprio come lavoro non sia un mestiere fantastico. Quando lo presentano non lo so, non ho idea. Se Lotito lo presenta bene, noi non aspetteremo eternamente Lotito questo mi sembra chiaro. Ma io questa frase la dico da due anni e otto mesi, motivo per il quale non sono stato molto amato dal presidente Lotito”
 

SE LA ROMA FA LO STADIO A PIETRALATA IO PAZZO DI GIOIA 
 

“Lo dico sinceramente, perché amo prima di ogni cosa la mia città: se la Roma fa lo stadio a Pietralata sono pazzo di gioia perché Roma se vuole essere una città internazionale deve avere anche due stadi di proprietà delle squadre di calcio perché tutti sappiamo che le squadre non patrimonializzano abbastanza se non hanno i loro stadi. Sono felice se la Lazio fa il suo stadio, ma non certo perché tifo la Lazio tanto per essere chiari, se Lotito vuole fare il suo stadio mai prenderà un euro pubblico del comune”
 

SE AVESSI PROCEDURE, ESERCITO E SPORT E SALUTE, COME A CAIVANO RISOLVEREI ALMENO 5-6 SITUAZIONI SIMILI A ROMA 
 

“Le leggi attuali, i regolamenti attuali, il problema deriva da molto lontano ma coinvolge l’attuale Governo, non permettono alle amministrazioni comunali di poter essere rapide nel prendere decisioni. Ho visto quello che il Governo ha fatto a Caivano, se avessi anche io le procedure che hanno utilizzato loro, l'esercito a disposizione, sport e salute e quant’altro io risolverei in sei mesi almeno altri 5-6 situazioni stile Caivano. Allora bene se a Caivano hanno fatto l'intervento assolutamente, ma vorrei capire perchè le città, tutte, non possono avere processi dove non si perdano anni in procedure infinite. Allo stesso modo se vogliamo rendere Roma competitiva con Parigi, Shanghai e Londra, rimane sempre un altro tema. Questa legge Roma Capitale, sono almeno 30 anni che aspettiamo i poteri, è mai possibile che la capitale d'Italia possa avere gli stessi poteri che ha l'ultimo comune da mille abitanti?
Io credo che il Governo attuale, del resto la Presidente lo aveva sempre detto che avrebbe sminato la burocrazia, ad oggi la burocrazia di prima è uguale a quella di oggi e noi amministratori locali non possiamo utilizzare il Genio Civile per andare a rimettere a posto gli impianti sportivi come hanno fatto a Caivano, non possiamo usare l'esercito. Aiutiamoci istituzionalmente altrimenti le risposte che noi diamo, per quanto possiamo essere bravi, sono sempre più lente delle esigenze di un ragazzino che non ha i soldi e che giustamente deve poter fare sport e non avrà mai l'impianto sportivo di fronte, perché ci vuole minimo un anno e se il progetto è tanto grande ci vuole ancora di più su gare europee infinite”.

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