Il Messaggero | Lazio, Lotito scuote la squadra: "Obiettivo secondo posto"
Trasformare la paura in coraggio, riprendere subito il destino in mano, battere stasera (ore 21) il Sassuolo: «L’obiettivo ora è il secondo posto, non è ammesso un altro passo falso». Parola di Lotito all’indomani della sconfitta contro l’Inter, adesso a -4 punti con Milan e Roma, dietro la Juve a -1, ancora più col fiato sul collo. Squadra in campo la mattina del 1 maggio, il patron si catapulta a Formello e, prima dell’allenamento, parla con tono fermo in palestra a tutto il gruppo, alzando addirittura l’asticella del traguardo del 4 giugno. Poco importa che Sarri consideri la Champions un miracolo, quello è il modo del presidente di spronare i giocatori – se non bastassero i 2 milioni di premio - e richiamarli a un moto d’orgoglio: «Avete visto la Primavera e la Women con mio figlio? Adesso ritroviamo subito il nostro spirito». Quello invocato anche da Maurizio nella strigliata di domenica pomeriggio a fine gara a San Siro. Il tecnico ha espresso tutti i concetti in conferenza, ma poco prima li urlava nello spogliatoio, era imbufalito: «Non abbiamo subito niente nei primi 25’ del secondo tempo, abbiamo smesso di correre e ci siamo arresi, appena l’Inter ci ha urlato addosso».
IL RISENTIMENTO - Tanti invocano un mea culpa di Sarri, eppure lo aveva fatto dopo i carichi di lavoro col Torino. Stavolta è diverso perché, al di là della forza della rosa dell’ex Simone Inzaghi, la Lazio era passata in vantaggio, soffrendo aveva retto sino al 77’, prima dell’improvviso crollo psicologico. Ora vanno scongiurati il contraccolpo e divisioni all’interno. Già perché, come nel momento di crisi d’inizio gennaio, qualcuno dentro Formello sfrutta l’arrabbiatura e le accuse di Sarri per provare a mettergli parte della squadra contro. Ma il discorso dell’allenatore era riferito a tutti, non solo a Milinkovic e Luis Alberto. Al centrocampo che si è sciolto, ma anche agli attaccanti e a chi è subentrato male, compresi i fedelissimi Vecino e Pedro. Dalla battuta di Casale era tutto già molto chiaro: «Eravamo la miglior difesa del campionato non perché noi difensori fossimo dei fenomeni, ma perché c’era un grande lavoro di squadra, anche di centrocampisti e attaccanti, che contro l’Inter in alcune circostanze non c’è stato. E quando giochi contro squadre e giocatori di questo livello, ti puniscono». Ora occhio al Sassuolo, guai a gettare tutto al vento. Forse anche per questo è subito intervenuto Lotito, poi al fianco di Maurizio a bordocampo. Solo un breve colloquio col tecnico, che attende ancora di parlare seriamente di mercato e del progetto futuro. Ormai si è rassegnato, i 50 milioni della Champions dettano i tempi e tutto il resto, ma quest’incertezza rischia di creare un danno dentro e intorno. Sono bastate due sconfitte a far riemergere critiche e sgambetti, dopo un filotto di 4 vittorie e un’imbattibilità lunga due mesi e mezzo. Sarri e la Lazio non devono dividersi e tornare a vincere per far tornare tutti al loro posto. In silenzio. Il Messaggero/Alberto Abbate