Pinzi: "Mai nascosta la mia Lazialità, all'Olimpico il primo sguardo sempre alla Curva"
L'ex Lazio e Udinese racconta il legame alla prossima partita di campionato
Intervenuto sulle frequenze di Radiosei, l'ex calciatore di Udinese e Lazio Giampiero Pinzi ha parlato della sua fede Laziale, della Lazio di ieri e di oggi, per poi proiettarsi sul prossimo incontro proprio con i friulani.
Queste le sue parole:
"La mia carriera ad Udine è stata lunga, la mia famiglia si è stabilità qui e mi sono trovato bene fin da subito e le scelte della vita mi hanno portato a restare qui. Ormai sono 18 stagioni fra giocatore e assistente. Quando giocavo con la Lazio all’inizio non avevo grande piacere, c’erano emozioni contrastanti. Poi all’Olimpico, ogni volta che entravo il primo sguardo era per la curva. Fui vicino alla Lazio, un anno fummo vicinissimi a chiudere. Era già la Lazio di Lotito, quando c’era Cragnotti ero in comproprietà e poi l’Udinese mi prese”.
“Tudor? Ho iniziato la carriera con lui, era la sua seconda volta da allenatore. Igor fuori dal campo è straordinario, in campo è molto duro, testardo e deciso. Questo a volte può andare in conflitto con qualche giocatore. E’ uno alla Gasperini, uomo contro uomo e allenamenti molto fisici. E’ un personaggio deciso e particolare, ma fuori è una persona squisita. Mi ha sorpreso la scelta di passare da Sarri a Tudor, un calcio così diverso”.
“C’è molta curiosità intorno alla Lazio. Baroni mi sembra molto umile e deciso, i risultati li ha fatti. Il mercato è stato di rifondazione, abbassando l’età media. Ha perso qualità e gol, ha puntato sui giovani con caratteristiche molto diverse. E’ una squadra più verticale, più muscolare e di corsa. E’ un po’ tutto il calcio che va in questa direzione. Nella prima partita di campionato è partita un po’ sorniona, anche contro una squadra in difficoltà, poi ha messo in campo proprio quell’intensità su cui è stata costruita. Dele-Bashiru mi ha sorpreso, se ha campo può far male. Non da punti di riferimento. Rovella più bloccato, gli altri centrocampisti più liberi di costruire. Mi è piaciuta la prima uscita. Obiettivi? Il primo anno dopo grandi cambiamenti, è giusto non darsi troppi obiettivi. devi vivere alla giornata e poi mettere un punto a metà stagione. Ha tanti giocatori nuovi, Roma è una piazza difficile. Vinci e sei un fenomeno, perdi e ci sono mille incertezze. Vivrei – prosegue Pinzi – la stagione con grande entusiasmo, alla giornata e vediamo cosa si riesce a fare”.
“Dia ha fatto benissimo il primo anno, è quello più pronto per questa piazza. Quello che mi incuriosisce molto è Tchaouna, ha colpi importanti, deve trovare continuità. E’ lui quello che stuzzica di più, lo voglio seguire di più. Regista? Ruolo più difficile da trovare sul mercato. Pizzarro e Pirlo avevano qualità fuori dal comune, oggi spesso si cerca altro. Rovella e Cataldi li hai, non so se la Lazio cercherà un altro giocatore così”.
“Udinese-Lazio? A Bologna l’Udinese era partita forte, poi si è un po’ abbassata. Il tecnico vuole un pressing alto, lo chiede l’allenatore. Farà la differenza chi riuscirà a tener meglio palla. Brenner è una seconda punta, piccolino e rapido. Mi incuriosisce, la porta la vede”.
“Il calcio da allenatore è completamente diverso. Cambia tutto, ora voglio partire da solo per mettermi alla prova. Scudetto del 2000? Non volevo entrare nel pullman con la squadra, mi sentivo più tifoso che giocatore”.