Francesca Manzini, figlia di Maurizio Manzini, storico team manager della Lazio, è intervenuta in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it, parlando dell’amore che suo padre ha da sempre avuto per i colori biancocelesti e di come questa passione sia stata trasmessa anche a lei. Maurizio Manzini è una delle figure più rappresentative e amate della Lazio, rispettato non solo dai tifosi, ma anche dai dirigenti e da tutti coloro che hanno avuto il piacere di lavorare con lui. Oltre alla sua connessione con la Lazio, Francesca è conosciuta per il suo talento nel mondo dello spettacolo. Famosa per le sue esibizioni e imitazioni, ha saputo catturare l’attenzione del pubblico con le sue straordinarie performance che spaziano da Mara Venier a Simona Ventura, passando anche per Ilary Blasi. La sua capacità di imitare celebrità e personaggi del mondo della televisione le ha conferito una grande popolarità, ma la sua passione per il palcoscenico è sempre stata accompagnata dall’amore per la sua famiglia e la Lazio.

maurizio manzini lazio

 

Qual è stato il significato  di crescere accanto a un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla Lazio? C’è un episodio speciale o un ricordo indimenticabile che ti lega a lui e alla passione per la squadra?

“È stato sicuramente un peso, perché mi è mancato un padre, mi è mancato un punto di riferimento. Però, come sempre, io cerco di trasformare il dolore in qualcosa di positivo. La gioia e il dolore, in fondo, sono il motore che mi spinge a creare qualcosa di diverso. Anche solo cercare di emulare la sua determinazione. Il motivo per cui lui mancava? Era lui che portava i soldi a casa, con tutto il sacrificio e il senso del dovere che questo comporta: la solidarietà, l’aiuto agli altri. Quando abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Roma è stata una gioia grandissima, davvero condivisa da tutti. Con papà ci siamo separati solo durante la partita. La cosa più divertente è che Lulic, proprio lui, mi ha dato un passaggio a casa alle tre di notte. E io gli ho chiesto: ‘Ma come è stato possibile tutto questo, il gol?’ Mi ha risposto: ‘Io ho fatto solo il gol! Ora tutti mi definiscono un mito, ma io ho fatto semplicemente il mio lavoro.’ È stato un momento davvero esilarante. Un altro aneddoto carino riguarda Marchetti, l’ex portiere della Lazio. Quella sera mi ruppe un dente davanti, perché cercò di costringermi a bere dalla bottiglia per festeggiare con loro. Ma io, essendo astemia, gli dissi di no. Alla fine, il collo della bottiglia andò a sbattere accidentalmente contro il mio dente e me lo ruppe. Io dissi a mio padre: ‘Adesso mi faccio dare i soldi per il dente!’ E lui: ‘No no no, lascia perde, sto' dente rotto te lo ricorderai per tutta la vita.’ Ed è stato proprio così.”

Oggi, da adulta, qual è il legame che provi con la Lazio? Quando segui le partite, c’è ancora qualcosa che ti emoziona particolarmente?

"Mi emoziona molto il volo di Olympia e mi emoziona guardare gli occhi di mio padre quando guarda le partite. Sicuramente non è più la Lazio di prima e, da adulta, provo una certa malinconia perché vedo un forte distacco."

Parlando dell’attuale Lazio, cosa pensi dell’andamento della squadra sotto la guida di Marco Baroni? Ti sembra che la squadra stia esprimendo il suo potenziale o pensi che ci siano ancora aspetti da migliorare?

Marco Baroni lo definirei un Draghi del calcio, perché, come Draghi ha fatto con il governo, lui ha guidato la squadra con discrezione, in modo riservato, senza cercare l’attenzione dei media, né nel darla né nel cercarla. È un allenatore che ha sempre lavorato in silenzio, facendo il suo mestiere. Baroni  ha dimostrato di avere un grande valore. Ha dato tantissimo alla squadra e alla società, pensando solo a quello, a far sì che il gioco si realizzasse.”

Come tifosa, che sensazioni provi vedendo la Lazio in campo quest’anno? Hai qualche giocatore che ti sta particolarmente colpendo per il suo impegno o la sua qualità?

“Immobile mi colpiva molto, ma adesso vedo una serie di professionisti e, a dire la verità, senza neanche troppo pathos. Non percepisco più la Lazio come un’emozione forte come un tempo, perché prima era una famiglia, un’amicizia. Ora, forse tra di loro si sentono una famiglia, ma io da tifosa non lo avverto più. Adesso c’è più business, più moda. Oggi tutto è diventato una questione di tendenze e bisognerebbe tornare a concentrarsi sul gioco e sulla squadra. Ora si pensa solo a quanti follower hai tra un po' anche sul campo!"

Molte volte i tifosi e la società hanno lamentato decisioni arbitrali sfavorevoli nei confronti della squadra. Come vedi la situazione? Pensi che la Lazio venga trattata ingiustamente rispetto ad altre squadre?

"Queste sono cose che ci sono sempre state, è un po come quando dicono che Sanremo sia tutto pilotato.. è sempre così, vai a capire la verità dov'è!"

In qualità di tifosa e testimone dei tanti episodi controversi, c’è una decisione arbitrale che ti è rimasta particolarmente impressa e che ritieni sia stata un errore clamoroso contro la Lazio?

“Non voglio esprimermi su questo, NO COMMENT!”

 C’è mai stato un momento in cui le tue due passioni, quella per la Lazio e quella per il palco, si sono incontrate?

"Sì, si sono incontrate per la gioia di mio padre, che è orgoglioso, perché non gli ho portato un diploma, ma almeno gli ho portato la mia capacità di fare qualcosa e di condividerla con la società che ci ha dato da mangiare. Adesso è diverso, è più come se io stessi facendo mangiare la mia famiglia. Quindi, grazie.”

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