Come riportato da Il Messaggero, la Lazio raggiunge il quarto ko in sette giornate e non succedeva dal 1983/84, quando i biancocelesti si salvarono all'ultimo turno. A caldo Sarri ritorna sul miracolo del secondo posto, si sfoga sulle incognite X e Y del mercato e quindi sulla differenza di cilindrata con le grandi, amplificata dagli scontri diretti ravvicinati in un calendario tremendamente "sospetto".

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Ovviamente il Lotito non è d'accordo da tempo, è arrabbiato per le parole dell'allenatore, ma usa un contraddittorio diplomatico il giorno dopo: «Non c'è nessun gap con le big, la Lazio lo ha dimostrato l'anno scorso battendole e con un piazzamento che rispecchia il suo valore assoluto. Anche nel primo tempo contro il Milan abbiamo fatto vedere di poter lottare alla pari con i nuovi acquisti Rovella e Castellanos, fra i migliori in campo. Abbiamo centrato un grande mercato: in tutti i club del mondo gli acquisti vengono decisi dai dirigenti, e oltretutto il mercato non c'entra nulla con quello che sta succedendo. Purtroppo errori singoli ed alcuni episodi sfortunati ci stanno remando contro. Serve uno spirito coeso per uscire da questo momento, anche da parte del tecnico».

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Al momento nella testa del numero uno non passa alcuna idea di esonero, al massimo sarebbe Sarri a dover fare un passo indietro. Sia perché il tecnico biancoceleste ha un contratto sino al 2025 da 16 milioni lordi, sia perché c'è ancora fiducia che la classifica possa cambiare presto con una squadra comunque in progresso: «Siamo partiti male anche l'anno scorso, nulla è perso», chiosa Lotito. Nella sua ventennale presidenza però ci sarà un motivo se, dopo una stagione incredibile o un trofeo (la Coppa Italia del 26 maggio, per esempio), capita quasi sempre di tornare indietro senza mai fare un altro salto in Champions.

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