Guido De Angelis: "C'era un ragazzo che come me... amava la Lazio e Long John". In scena lo spettacolo tratto dal suo libro - FOTO
Guido De Angelis porta in scena "C'era un ragazzo che come me... amava la LAZIO e LONG JOHN" il 24 aprile alle 20:45. Lo spettacolo narra la vita appassionante di un giovane romano, il cui cuore batteva per la Lazio e la musica dei Beatles, crescendo tra l'emozione delle partite in stadio e il ritmo dei grandi classici musicali. Attraverso un viaggio ricco di aneddoti personali e racconti inediti, De Angelis condivide una retrospettiva intensa e coinvolgente sulla sua esperienza di vita, intrecciando sport, musica e ricordi di epoche passate.
Guido De Angelis porta in scena uno spettacolo tratto dal suo libro “C’era un ragazzo che come me…amava la LAZIO e LONG JOHN”
Al mio grande papà
che mi ha trasmesso l’amore per la Lazio.
A Giorgio Chinaglia
che mi ha dato la forza di difenderla.
Alla gente laziale
che mi ha accompagnato in tutti questi anni.
Guido è un bambino cresciuto a Roma in una classica famiglia degli anni ’60, il decennio del boom economico grazie al quale l’Italia si lasciava definitivamente alle spalle le sofferenze del dopoguerra. Trascorrere un’infanzia serena e felice, contrassegnata da due grandi passioni, la Lazio e la musica, che in quel periodo per lui significa soprattutto Beatles, Genesis e in seguito gli U2. La domenica si reca allo stadio insieme al suo papà e, ben presto, trova in Giorgio Chinaglia l’idolo che conquisterà per sempre il suo cuore. Vive la sua adolescenza in curva, come tanti ragazzi all’epoca, quella dei cosiddetti «anni di piombo», dominati da grandi sconvolgimenti sociopolitici. Con il passare del tempo il giovane Guido decide di riversare il suo amore per la Lazio nella vita di tutti i giorni, percorrendo la strada del giornalismo: inizia così a collaborare con le principale emittenti radiotelevisive locali, fino alla fine degli anni ’80, metaforica linea di demarcazione tra il giovane rampante e l’apprezzato professionista. Il libro raccoglie solo una parte di tanti appunti disordinati di viaggio che Guido vuole condividere con la gente laziale.
«Scappai di casa per vedere un allenamento di Chinaglia: presi il primo e ultimo schiaffo da mio padre».
«Il derby di Vincenzo Paparelli, una ferita ancora aperta nel mio cuore».
«Quella volta a casa di Giorgio che mi raccontò la storia della sua vita fino alle prime luci dell’alba».
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