GdS | Lazio, una serata in salita: lo sprint finale non basta
Arrivò anche il primo 0-0 della gestione Sarri. La Lazio continua il suo cammino altalenante in coppa con un pareggio che complica un po’ il percorso europeo, anche se il discorso qualificazione resta apertissimo in un girone particolarmente equilibrato, i cui verdetti si conosceranno probabilmente solo all’ultima giornata. Pari senza reti, ma non senza emozioni quello con un Marsiglia decisamente in palla. Meglio i francesi nella prima mezzora, poi partita più equilibrata con una Lazio via via più intraprendente fino al quarto d’ora finale in cui fioccano le palle-gol per i padroni di casa, ma non al punto da spezzare l’equilibrio. Sarri e Sampaoli, storie parallele, anche se vissute almeno inizialmente da una parte e dall’altra dell’Oceano. Entrambi ex bancari, entrambi costretti a una lunga gavetta prima di approdare in grandi club, entrambi amanti del bel gioco. Particolare, quest’ultimo, che non tradiscono neppure in questa occasione. E così, anche se senza gol la partita risulta interessante e divertente. Fossero sempre così gli 0-0... Al canonico 4-3-3 sarriano il suo "gemello" argentino risponde con un modulo che in realtà ne contiene due o tre. Di base, almeno quando difende, il Marsiglia si dispone con un 4-4-1-1. Ma poi, in fase di possesso, il terzino di destra, Rongier, sale, altrettanto fanno i due esterni di centrocampo Under e Lirola e il modulo diventa un 3- 4-3 tendente al 3-3-1-3 (dipende da Payet, che ha libertà totale di azione). Un tourbillon che ipnotizza la Lazio per la prima mezzora, nel corso della quale è sempre il Marsiglia a menare le danze. I francesi controllano agevolmente il gioco e sfiorano il gol con due vecchie conoscenze della Serie A: Under e Milik mancano d’un soffio il bersaglio. Prima dell’intervallo, però, "scende in campo" pure la Lazio. Un po’ perché la carica dei transalpini va scemando, un po’ perché il trio di centrocampo biancoceleste (Milinkovic-Cataldi-Basic) alza i ritmi e riguadagna terreno. I sarriani vanno così anche loro vicini al gol. Lo sfiora due volte Luiz Felipe, evidentemente a caccia di una rete da dedicare all’(ex?) amico Correa. Ma è nella ripresa che la Lazio sale in cattedra. Lo fa, però, solo a tratti con impennate di sarrismo cui seguono momenti di pausa. "Non puoi giocare tutte le partite a certi ritmi", aveva detto il Comandante alla vigilia. E la sua squadra non lo smentisce, giocando appunto a "quei ritmi" a intermittenza. Con un pizzico in più di fortuna basterebbe per vincere. Ma non è così. Anche perché Immobile non ha gli occhi da tigre delle serate migliori e si fa vedere solo per una traversa e per un gol che viene poi annullato per un fuorigioco millimetrico. Ma quei lampi di sarrismo non bastano pure perché Pau Lopez sente aria di derby e si supera sui subentrati Pedro e Moro. Ad annusare l’atmosfera da derby è però anche l’altro ex romanista Under che costringe Strakosha a due parate per nulla facili. Mentre su Payet è Luiz Felipe a metterci provvidenzialmente una pezza in due circostanze. Occasioni che, al tirar delle somme, rendono il pareggio il risultato più giusto. Più logico sarebbe stato se fosse finita 1-1 o 2-2, ma la sostanza non cambia. Gazzetta dello Sport.