La Repubblica | Lazio, rimonte e finali horror: polverizzati 13 punti
Nuovo discorso di Sarri alla squadra, dopo il pareggio contro l’Empoli. Come era successo al rientro dal ko di Lecce, ieri a Formello il tecnico è tornato a parlare con i suoi uomini dei limiti mentali mostrati nei momenti cruciali. Concetti già esternati davanti ai microfoni domenica: «Abbiamo qualche limite di cilindrata mentale. Paghiamo la fatica psicologica in certi momenti della partita e non quella fisica». I numeri lo confermano: quest’anno sono già quattro i punti persi nei minuti di recupero (due con i toscani e due con la Sampdoria), tredici quelli buttati dopo essere passati in vantaggio. Il trend negativo va avanti dall’anno scorso, con quattro gol presi dopo il 90esimo, costati sei punti e cinque rimonte subite in campionato, più una in Europa League. Le stesse di quest’anno, solo che siamo ancora a gennaio. Nel 2021-22 almeno il dato era stato compensato con sei punti recuperati proprio sul filo di lana. Da agosto invece, l’unico risultato ribaltato da Immobile e compagni è stato col Bologna all’esordio. Poi solo beffe, soprattutto nei minuti finali. Se le partite finissero al 75° la Lazio infatti sarebbe seconda a 33 punti, insieme all’Inter, a -3 dal Napoli. A preoccupare più di ogni altra cosa è proprio la palese incapacità di reagire dopo aver incassato un gol. Anzi, nelle ultime cinque partite non vinte, alla prima rete avversaria ne è seguita subito anche una seconda, senza reazione. «Che sia un momento delicato è sotto gli occhi di tutti, ma non credo si tratti di presunzione», ha detto Alessio Romagnoli dopo la gara con l’Empoli. «Ci manca un pizzico di cattiveria nei finali di partita». Anche il presidente Lotito lo ha ribadito di nuovo, ieri alla cena organizzata all’Hilton per i 123 anni del club, ripetendo che solo uniti si può uscire dalla crisi. L’ambiente però dà l’impressione di non essere sereno, il gruppo non è più compatto come tempo fa. Nello spogliatoio, la delusione di tutti si accompagna allo scarso feeling di alcuni giocatori nei confronti del tecnico. A far venir meno la fiducia ci si mette poi anche la sfortuna negli episodi: «Al primo tiro degli avversari prendiamo gol», ha sottolineato ancora Romagnoli. E Sarri era sulla stessa linea: «La squadra non sembrava in sofferenza. L’episodio finale lo considero sfortunato se penso a come sono arrivati l’angolo e la punizione, che secondo me non c’era». L’unica nota positiva per il tecnico è la qualità dell terreno dell’Olimpico, per sua stessa ammissione tornato a un buon livello. Magra consolazione, davvero. La Repubblica