Il Messaggero | Tudor Guendouzi uniti per la Lazio
Uno scontro tra chi non fa un passo indietro: è difficile trovare un vincitore in questi casi, per questo a Marsiglia tra Tudor e Guendouzi era terminata pari e patta. Che poi si è sempre, in realtà, trattato di questioni tattiche, non altro. Non è un caso che il tecnic gli abbia già mandato un messaggio chiaro, essendo uno dei trascinatori di questa squadra: «Matteo non l’ho ancora visto, ma è un vincitore con una mentalità pazzesca. Un profilo che ci vuole nelle squadre di queste città molto esigenti». Tra Roma e Marsiglia da questo punto di vista cambia poco: il calcio è religione e in più ci sono anche i colori ad accomunare Lazio e OM. Due tifoserie che Guendouzi ha conquistato subito, diventando prima un beniamino al Velodrome e poi all’Olimpico.
Il passaggio di Guendouzi dal Marsiglia alla Lazio è, in realtà, stata anche a causa di Tudor: l'anno precedente il centrocampista francese si era esaltato con il 4-3-3 di Sampaoli, tanto da conquistare l'accesso fisso in Nazionale. E anche per questo ci ha messo poco ad entrare nei rodaggi di mister Sarri. Tudor cambiò, invece, i dogmi: un 3-4-2-1 più verticale e dinamico: modulo che sta già provando anche a Formello. A Marsiglia, nonostante le lamentele di qualche giocatore, il mister non cambiò idee tanto da fare fuori dei titolarissimi: non Guendouzi, che venne però utilizzato nella posizione di trequartista: “Non pretendo assolutamente nulla – diceva Guendouzi un anno fa – e ho sempre fatto fronte alle mie responsabilità. Certo però in quella posizione tocco meno palloni e volte mi sento meno utile alla squadra”.
Difficile che un centrocampista con 11,067 chilometri percorsi di media a partita possa avere anche la lucidità per inventarsi la giocata e infatti nel finale di stagione giocò sempre meno minuti all’OM. Tutt’altra storia invece se schierato da schermo davanti alla difesa con licenza di inserimento. Proprio l’idea che ha Tudor per la sua nuova Lazio, che dietro la punta è già ben fornita con Luis Alberto, Zaccagni, Isaksen, Pedro e Felipe Anderson (ieri provato a tutta fascia a sinistra). Stavolta Guendouzi sarà accontentato, ma nel frattempo si gode la convocazione con la Francia a suon di triplette e gol al volo in allenamento, ma anche qualche conclusione sbilenca, puntualmente fatta notare da Mbappé con una risata: «Stiamo perdendo tempo». Se nella Francia all-star c’è spazio per Guendouzi, figuriamoci in una Lazio alla disperata ricerca della rinascita.
Il Messaggero/ Valerio Marcangeli