Il Tempo | Lazio, ossigeno puro
Apre Pedro poi, nella ripresa, entra Luis Alberto e regala due assist ad Acerbi e Zaccagni per il tris della banda di Sarri. Melegoni segna la rete della bandiera per un grifone sempre più allo sbando che, solo un corposo intervento sul mercato, può salvare dalla retrocessione. Pochi passi avanti della Lazio che non riesce ancora ad avere una manovra fluida, bene il tridente davanti con Pedro che si conferma il trascinatore di un gruppo in crisi di idee. La difesa incassa il gol numero 33 in 18 partite proprio quando sembrava fosse riuscita a tenere la porta inviolata anche se, nel complesso, è stata più ordinata rispetto ad altre occasione aiutata dalla pochezza dell'avversario. Si parte con lo stadio deserto ma da un mese è una pericolosa abitudine che i prezzi alti e il nuovo allarme Covid non può bastare a giustificare una diserzione in massa. Sarri ci prova con Felipe Anderson falso nove dopo il forfait della vigilia del capitano Ciro Immobile. Per il resto ancora in panchina Luis Alberto con Basic che ha ormai scalato la gerarchia del centrocampo. Sheva punta sugli ex: dentro Portanova, Badelj e Pandev per invertire il trend che sta facendo sprofondare il suo Genoa. La Lazio comincia impaurita, tutti pronti a svolgere il loro compito ma c'è poca voglia di rischiare la giocata se non con Pedro che, nei primi venti minuti, fa venire due volte i brividi a Sirigu. Cataldi fatica a far girare la squadra anche per merito degli avversari schierati con un prudente 5-3-2. Per fortuna che al 36', sull'ennesimo pressing forzato dei biancocelesti, Ghiglione e Vasquez confezionano l'errore che apre una partita fino a quel momento bloccata: retropassaggio intercettato da Felipe Anderson che regala a Pedro in mezzo all'area di rigore il sesto gol stagionale in campionato (sette con quello di Mosca). Il vantaggio non libera la Lazio, troppo preoccupata di evitare le ripartenze dei rossoblù e il fischio di Pairetto per l'intervallo è una buona notizia perché un primo tempo brutto si chiude almeno col vantaggio minimo. Nella ripresa la squadra di Sarri si scioglie dopo venti minuti di nulla grazie all'ingresso di Luis Alberto e Radu. Lo spagnolo su angolo sforna l'assist per Acerbi che raddoppia e zittisce il pubblico dopo le critiche per gli errori di Reggio Emilia. Pochi minuti e partita chiusa col tris di Zaccagni sempre su invenzione del mago (seconda rete consecutiva con la maglia biancoceleste). Il gol di Melegoni, dopo l'ingresso di Patric e Leiva, rende meno amara la sconfitta del Genoa. Entra anche Muriqi che cerca un gol che non arriva. Fischia la fine l'arbitro Pairetto e il Mago regala una nuova polemica: scappa negli spogliatoi come un ossesso urlando contro il mondo senza aspettare il solito saluto ai pochi ma impagabili spettatori presenti. Boh. Ora Venezia ma c'è tanto da lavorare sperando anche nell'aiuto del mercato perché il sarrismo finora si è visto solo a sprazzi. Il Tempo.